Il marketing è alla base del successo di moltissime aziende e liberi professionisti. Il modo in cui i brand comunicano servizi e prodotti è cruciale per la buona riuscita del business. Anche in questo ambito, la tecnologia è riuscita a cambiare le carte in tavola, trasformando le regole del gioco. Infatti, negli ultimi anni si sente parlare sempre più spesso di MarTech, termine che però porta con sé un alone di confusione. MarTech è crasi di Marketing e Technology e indica quindi strumenti e software utili al marketing, ma questa definizione non rende giustizia alla ricchezza e alle potenzialità del MarTech.
Le aziende del giorno d’oggi, per avere successo, non posso fare a meno di conoscere e mettere in pratica le best pratices del MarTech. In un mercato sempre più competitivo, dove vince che riesce a comunicare meglio con il proprio bacino di clienti, è essenziale rendersi attraenti al pubblico.
Per approfondire la questione MarTech e capire al meglio i vantaggi che esso offre alle aziende abbiamo parlato con il Dottor De Micheli, Co-founder, Presidente e Amministratore Delegato di Casta Diva Group e Presidente dell’associazione Web3 Alliance.
Casta Diva Group è una società di comunicazione che opera nel branded content. Si occupa della creazione di progetti e contenuti di vario tipo, tra cui: produzioni pubblicitarie, film, palinsesti televisivi, eventi aziendali, contenuti digitali e concerti. Il team di Casta Diva Group ha lavorato con successo con oltre 100 dei migliori marchi al mondo crescendo, fino a ottenere numerosi riconoscimenti. Nell’agosto 2016 Casta Diva Group si è quotata ed è attualmente quotata all’AIM di Milano, che ora ha preso il nome di Euronext Growth Milan.
L’intervista al Dottor De Micheli di Casta Diva Group
Abbiamo avuto il piacere di parlare con il Dottor De Micheli e scoprire meglio come funziona Casta Diva Group e quali sono le dinamiche del MarTech.
Buongiorno Dottor De Micheli, ci piacerebbe iniziare quest’intervista con una sua presentazione ai nostri lettori. Le va di parlarci del suo percorso e di come è arrivato ad essere Presidente e Amministratore Delegato di Casta Diva?
La mia carriera è nata nel mondo degli spot pubblicitari. Ho aperto la prima società a 22 anni, ed in poco tempo è diventata una delle case di produzione pubblicitaria più stimate in Italia. Ho lavorato con nomi con Scorsese, John Landis e premi Oscar come Gabriele Salvatores.
Mi sono interrogato su cosa significasse per me fare spot pubblicitari, ho capito che si trattava di un compito di mediazione culturale, un ponte tra mondo del business e quello della creatività. Mi sono reso conto di dovermi aprire agli eventi e la produzione televisiva e cinematografica. Ho fondato Casta Diva Group nel 2005, ai tempi eravamo concertati sugli spot pubblicitari, ma nel corso degli anni abbiamo spostato il focus del business sugli eventi. Un anno fa Casta Diva è entrata nel mondo della produzione televisiva producendo programmi per Discovery.
L’idea di fondo della società è di essere una sorta di aggregatore del mercato degli eventi, che in Italia è molto frammentato e pieno di piccoli player. Credo che Casta Diva abbia il potenziale per diventare il “campione nazionale” del panorama italiano degli eventi. Questo perché abbiamo la possibilità di offrire moltissimi servizi e un’offerta diversificata. Inoltre, abbiamo un rilievo di tipo internazionale, oltre ad essere quotati all’Euronext Growth Milan.
Parlando invece di Casta Diva, quali sono i servizi e i vantaggi che offrite ai vostri clienti?
Offriamo un’offerta variegata, ma al tempo stesso siamo anche specializzati nelle singole mansioni. Abbiamo una casa di produzione specializzata negli spot, mentre la divisione Casta Diva Entertainment è focalizzata sulla produzione di programmi per la tv. Nel campo degli eventi organizziamo convention, road show, viaggi, e molto altro. Spaziamo anche nel mondo del lusso e della moda. In sostanza, Casta Diva, è composta al suo interno da società leader di settore che offrono al gruppo maggiori competenze e specializzazione. Il vantaggio per i clienti è trovare un servizio da boutique specializzata, ma con dimensioni maggiori, più capitale e solidità.
Il punto centrale di questa intervista è Martech; un termine che per molti dei nostri lettori è interessante quanto complesso. Può spiegarci di cosa si tratta? Quali sono le tecnologie marketing a cui ogni azienda dovrebbe approcciarsi?
In breve, MarTech è la tecnologia applicata al marketing, si tratta della digitalizzazione delle interazioni tra consumatori e brand. Questo fa sì che si possano raccogliere tonnellate di dati da analizzare per studiare strategie, vendere e posizionare meglio i prodotti. Una buona conoscenza dei dati dei propri utenti può servire a gestire e impostare la strategia di comunicazione nel modo più adatto. Sfruttare le potenzialità del MarTech è utile per monitorare l’andamento di una campagna, per capire quali canali funzionano meglio per il proprio target. Si possono ricavare dati dal CRM aziendale per studiare i bisogni dei clienti e capire quali prodotti suggerire. Si possono anche generare dati, utilizzando una piattaforma possiamo addirittura capire età, sesso, movimenti e interessi dei clienti in negozi e supermercati. Tutti questi strumenti sono utili per indirizzare al meglio le proprie comunicazioni e quindi i prodotti e i servizi offerti.
Parlando invece di Web3 Alliance, che tipo di relazione ha con MarTech e che tipo di opportunità è in grado di offrire alle aziende?
Web3 Alliance è nata a giugno di quest’anno come consorzio di aziende accomunate dal desiderio di comunicare al meglio le opportunità offerte dalle novità tech quali NFT, blockchain, metaverso, eccetera. La nostra missione è fare chiarezza sulle possibilità reali potenzialità che questi strumenti offrono alle aziende. Ad oggi siamo un’associazione che conta una trentina di aziende tra Builders, Platforms, Ventures Capital, Start-up e Players. Tutte le società-membro hanno una specializzazione e il desiderio di fare chiarezza sulle applicazioni delle tecnologie. Ad ottobre c’è stato il primo evento pubblico in cui abbiamo presentato una ricerca che mostra che su 300 aziende, solo 4% sta esplorando questi mondi in modo concreto. Però il 64% si dichiarava interessata. Ovviamente faremo eventi importanti anche nel 2023 per fare formazione e orientamento per comunicare tutte le utilità per le aziende. Cerchiamo di creare alleanze e collaborazioni tra partner, per soddisfare al meglio le esigenze dei clienti e del mercato.
Parlando di tecnologia e marcheting, oggi c’è una tendenza a associare anche il concetto di metaverso. Metaverso che, nelle sue varie iterazioni, sta ancora cercando una identità definitiva. Ciononostante, molti lo identificano come un’occasione di business per le aziende. Che opinione ha lei a riguardo? Come si relaziona il metaverso al discorso del MarTech?
Bisogna chiarire che il metaverso non esiste ancora, non nella sua forma evoluta e completa. Il metaverso dovrebbe funzionare come la navigazione web, che permette di visitare diversi link e accedere a diversi mondi, con un’unica soluzione di continuità. Il metaverso necessita di un device semplice da usare, più comodo degli attuali dispositivi. La tecnologia del metaverso dovrebbe permette entrare e passare da un luogo all’altro, con iper-link, in modo semplice e fluido. Questo richiede però una banda ancora maggiore e un’interoperabilità tra tutti i metaversi possibili ed immaginabili. È chiaro che con queste premesse si avrebbe un’opportunità di marketing straordinaria.
Io ho fatto accesso la prima volta a Internet nel 93, ma in moltissimi ancora non sapevano cosa fosse il web. Oggi invece gli e-commerce sono importantissimi e internet è alla base delle maggiori società mondiali. Questo per dire quanto è importante l’adozione di massa della tecnologia. Lo stesso probabilmente accadrà con il metarverso, purchè si creino tecnologie di supporto adatte.
L’unico vero metaverso attuale, è quello dei videogiochi. I metaversi delle aziende non gaming, sono stati più che altro operazioni di marketing che veri e propri mondi da esplorare. La domanda ancora non c’è, si verrà a creare quando ci saranno strutture che supporteranno il divertimento e l’esplorazione, come è avvenuto per i videogiochi.
A suo avviso, quale sarà il futuro del Martech? Come si evolverà nei prossimi anni?
Il MarTech evolve insieme alla tecnologia che lo supporta. Il marketing non è diverso da come era 2000 anni fa. Anche nell’antica Pompei c’erano cartelli pubblicitari. Ciò che è cambiato negli anni è stata la tecnologia. Dapprima la stampa, poi la radio, la tv, tutti questi canali hanno cambiato il modo di fare marketing. La rivoluzione digitale ha portato l’avvento del MarTech.
I meccanismi sono sempre gli stessi del marketing tradizionale: si cerca sempre di ottimizzare il proprio budget di investimento e la tecnologia supporta proprio il raggiungimento di questo obiettivo. Il MarTech aiuta a raggiungere lo specifico target, analizzare dati, capire quali strumenti e contenuti funzionano meglio ed è più semplice capire quali prodotti e comunicazioni sono più proficue. L’obbiettivo sarà sempre quello di ottimizzare le risorse. Quando si evolverà il metaverso sicuro il MarTech si applicherà ad esso.
Concludo con una riflessione. Tutta questa febbre tecnologica che ci circonda non deve farci dimenticare che l’essere umano e la mente hanno un certo funzionamento e non evolvono rapidamente quanto la tecnologia. Il modo in cui la mente percepisce la realtà ha prodotto una certa maniera di raccontare le cose, adeguata a noi, alle nostre strutture mentali. Qualsiasi strada si voglia tentare è essenziale ricordare questo elemento. Altrimenti non si giungerà mai a risultati soddisfacenti.
Ringraziamo il Dottor De Micheli per quest’intervista interessantissima sullo potenzialità del MarTech. Un mondo che le aziende ancora devono capire, esplorare e sfruttare per andare sempre di più incontro al proprio potenziale pubblico.