L’Intelligenza Artificiale può sicuramente essere di grande aiuto nel settore della Cybersecurity, ma questo rapporto di cooperazione non sempre è positivo, anzi. Infatti basta pensare a quanto fattura ogni anno il cybercrimine: 8 trilioni di dollari, un’economia talmente imponente da venir dopo solamente Stati Uniti e Cina. Numeri spaventosi e preoccupanti, ma che purtroppo non posso che aumentare a dismisura con l’introduzione di nuove tecnologie nelle mani dei cybercriminali.
E sebbene l’AI nelle mani dei malintenzionati possa provocare gravi danni, la stessa Intelligenza Artificiale può divenire un’ottima alleata del settore della Cybersecurity, in un rapporto di piena collaborazione. Questo è anche quello che sta cercando di fare Impresoft attraverso il suo Competence Center Enabling Technologies & Security.
Intelligenza Artificiale e Cybersecurity: un rapporto importante
I programmi di Impresoft, tra AI e Cybersecurity
Come sopracitato, il Competence Center Enabling Technologies & Security di Impresoft ha avviato dei programmi per implementare l’AI nella difesa dei cyber attacchi. L’obiettivo è sfruttare questa tecnologia per automatizzare procedure e diminuire gli errori nell’ambito della Cybersecurity.
Ma le sperimentazioni del Gruppo non si limitano esclusivamente alla Cybersecurity. Contando che uno dei settori più colpiti dagli attacchi informatici è la sanità, si punta a far trasformare molti settori dall’AI. Impresoft ha quindi elaborato un progetto, ormai in fase molto avanzata, di gestione dei pazienti tramite LLM. In questa maniera si punta a ridurre i tempi di anamnesi clinica e predire la possibilità di una nuova ospedalizzazione, tramite lo studio e l’analisi dei dati. Ovviamente sempre rispettando con dovizia la privacy dei dati secondo le norme vigenti.
Vi sono anche diversi successi di Impresoft per quanto riguarda le soluzioni implementate. Tra questi, vi è una soluzione dedicata al ranking di documenti contrattuali multilingua a livello globale. Essa assegna un punteggio alle clausole e traduce nella lingua standard stabilita.
Come il rapporto tra Intelligenza Artificiale e Cybersecurity modifica la sicurezza
È indubbiamente vero che l’Intelligenza Artificiale stia mutando profondamente il suo rapporto con il settore della Cybersecurity. Grazie a una velocissima analisi dei dati in tempo reale, l’AI supera di gran lunga in velocità anche il più rapido dei team umani.
Per questo Impresoft sta portando avanti sperimentazioni che utilizzano l’AI generativa per le attività
di hunting e di analisi dell’attack chain. Sfruttando il linguaggio più naturale usato da questi linguaggi rende più veloce ed efficace l’estrazione di informazioni per ovviare alle problematiche di Cybersecurity. Infatti Impresoft sta valutando la fattibilità del fine-tuning di modelli di AI che supportino proprio questa attività.
Le parole di Daniele Grandini
La necessità di avere una miglior strumentazione
Daniele Grandini, Chief Innovation Officer di Impresoft, ha dichiarato quanto segue: “Nel campo della Cybersecurity le aziende hanno sempre fatto fatica a tenere il passo con la tecnologia e spesso sono rimaste indietro rispetto agli strumenti dei cybercriminali. Il focus nell’avere la migliore strumentazione può far passare in secondo piano la necessità di coltivare competenze e processi di controllo altrettanto avanzati. Oggi, l’Intelligenza Artificiale rappresenta una grandissima opportunità per pareggiare questo divario.“
Prosegue Grandini: “Se è vero, infatti, che l’AI può facilitare i cyberattacchi, è altrettanto vero che può rappresentare un prezioso alleato per automatizzare quelle procedure di controllo che permettono di difendersi in modo efficace limitando i danni di potenziali cyber attack”.
Il delicato tema della Cybersecurity
Infine, conclude Grandini: “La sicurezza informatica di qualsiasi organizzazione è un argomento estremamente complesso e delicato e anche l’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale può rappresentare un’arma a doppio taglio. Uno degli errori che si fa più spesso è fidarsi ciecamente dell’AI come di un navigatore satellitare, ma bisogna sempre considerare che si tratta di uno strumento che, in quanto tale, necessita della supervisione umana per intercettarne errori e dolosi utilizzi.”