Nonostante le difficoltà economiche causate dallo strascico della pandemia e dalla situazione geopolitica, le imprese italiane non si arrendono e puntano sull’innovazione come fattore di crescita e competitività. Lo rivela una ricerca chiamata Dell Technologies Innovation Index, che ha esaminato il livello di innovazione aziendale in oltre 45 Paesi del mondo.
Secondo lo studio, il 70% delle imprese italiane ha istituito una divisione specifica per l’innovazione, incaricata di ideare e realizzare progetti speciali in vari ambiti. Si tratta di una percentuale superiore a quella di Paesi come la Germania (62%), la Francia (64%) e l’Olanda (67%), dimostrando la vitalità e la creatività del tessuto imprenditoriale italiano.
L’innovazione nelle imprese italiane: non solo una parola
L’innovazione non è solo una parola, ma si traduce in risultati concreti e misurabili. L’82% delle imprese intervistate afferma di aver ottenuto miglioramenti tangibili grazie agli investimenti in innovazione, e il 54% dichiara di aver integrato gli obiettivi innovativi con quelli dei vari dipartimenti e dei dipendenti. Tuttavia, solo il 46% ritiene di avere un budget adeguato per l’innovazione.
Per stimolare e valorizzare l’innovazione, le imprese adottano diverse strategie. Il 59% realizza progetti pilota per testare le idee, il 40% organizza hackathon o scrum per favorire la collaborazione e la risoluzione dei problemi, e il 38% produce rapidamente i prototipi delle idee innovative.L’innovazione è anche un fattore di motivazione e fidelizzazione dei dipendenti.
Il 53% dei collaboratori considera l’innovazione come un’opportunità di crescita professionale, mentre il 46% la vede come una fonte di riconoscimento economico. Al contrario, il 40% dei dipendenti sarebbe disposto a cambiare azienda se non fosse coinvolto nei progetti innovativi.
Quali sono gli ostacoli?
La prima barriera riguarda le competenze e i talenti. Il 26% degli intervistati ha indicato la mancanza di personale qualificato o la difficoltà a reclutare persone con le giuste capacità come un freno all’innovazione. Per ovviare a questo problema, le aziende devono investire nella formazione continua dei propri dipendenti e nella creazione di un clima organizzativo che attragga e valorizzi i talenti.
La seconda barriera è legata al carico di lavoro. Il 19% degli intervistati ha lamentato di non avere abbastanza tempo da dedicare ai progetti innovativi, a causa di una routine troppo impegnativa. Per risolvere questa questione, le aziende devono ridurre la burocrazia e le attività non essenziali, e incentivare la delega e l’autonomia dei propri collaboratori.
La terza barriera è rappresentata dai processi decisionali. Il 23% degli intervistati ha segnalato che i processi di approvazione sono troppo complessi e lunghi, e che questo rallenta l’attuazione delle idee innovative. Per superare questo ostacolo, le aziende devono semplificare le procedure interne e adottare una cultura più agile e flessibile, che favorisca la sperimentazione e il rischio calcolato.
Il lavoro da remoto aiuta a favorire l’innovazione?
Un aspetto positivo emerge dal rapporto tra innovazione e lavoro da remoto o ibrido. L’87% degli intervistati ha affermato che la tecnologia collaborativa ha un impatto positivo sulla capacità dei dipendenti di partecipare attivamente allo sviluppo di progetti innovativi.
Il 38% ha sostenuto che la tecnologia collaborativa – combinata con la libertà di lavorare da qualsiasi luogo – è un acceleratore dell’innovazione, mentre il 49% ha ritenuto che la tecnologia collaborativa favorisca allo stesso modo coloro che lavorano in smart working e in ufficio, dando loro la possibilità di contribuire fattivamente ai progetti.
Riportiamo di seguito il commento di Filippo Ligresti, vp e gm di Dell Technologies Italia:
“Dalla ricerca emerge una significativa consapevolezza tra le imprese italiane sulla necessità di sviluppare una cultura dell’innovazione sempre più pervasiva, dove tutte le idee sono prese in considerazione e dove sia incoraggiato l’apprendimento dei collaboratori anche attraverso il fallimento di uno specifico progetto. Trovo la situazione italiana particolarmente incoraggiante dal punto di vista della volontà di innovare da parte delle imprese, tra l’altro notevolmente aumentata nel corso degli ultimi anni. L’innovazione è la chiave per una crescita economica sostenibile e duratura perché permette di precorrere i cambiamenti del mercato, mantenendo salda la posizione competitiva conquistata e accrescendo il valore di un’impresa sul mercato”.
- Roveda, Federico (Autore)