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Infrastrutture 5G: l’importanza di essere nel cloud

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La tecnologia avanza rapidamente. I dispositivi sono perennemente connessi e necessitano di una struttura di rete capace di supportali e farli funzionare adeguatamente. Per questo gli operatori di reti mobili sono sempre più chiamati a muoversi verso infrastrutture di rete 5G che permettano un’ottimizzazione delle prestazioni e un adattamento alla velocità richiesta dei propri utenti.
Il passaggio al “puro 5G” significa un passaggio al mondo del cloud, che però non risulta affatto semplice o una scelta scontata.

Infrastrutture 5G: le sfide e i protagonisti della nuova generazione

Non è una novità per gli operatori utilizzare il cloud per attività IT, di automazione dei processi di business o nelle funzioni di back-end. Normalmente, però, non hanno mai utilizzato il cloud per coprire l’insieme dei servizi end-to-end che forniscono la connessione agli utenti finali.
Il cambiamento arriva dal cosiddetto 5G Standalone (SA 5G), che usa architetture cloud-native, basate sui servizi di rete particolarmente scalabili e agili.
Questo passaggio sta guadagnando gradualmente interesse da parte degli operatori. Infatti, secondo quanto riportato da GSMA Intelligence, nella prima metà del 2022, 27 operatori offrivano servizi commerciali di 5G su una rete standalone. Il numero di operatori è poi cresciuto alla fine dello stesso anno.
Nella ricerca di GSMA, gli operatori hanno dichiarato che prevedono di ricavare molteplici benefici dal 5G SA per il loro business e per i loro clienti, semplificando l’architettura della rete e ottimizzando i costi della stessa.

L’architettura cloud-native del 5G rivoluziona completamente ciò che finora è stato un sistema monolitico, difficile da gestire e da cambiare. Questa nuova architettura separa la parte hardware del network dalla parte software, utilizzando una struttura cloud-native per tutto il sistema di rete.
Le funzioni di rete cloud-native sono basate su applicazioni progettate e implementate per essere maggiormente scalabili, flessibili e resilienti. Un esempio di questo sono le architetture modulari basate su microservizi. Un insieme di servizi e di applicazioni così strutturate permettono un’integrazione e una verifica continue, poiché facilitano l’automazione e rendono più pratica e semplice la distribuzione, la scalabilità, la gestione, così come l’aggiornamento costante dei dispositivi e dei servizi.

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Cosa comporta il passaggio alle infrastrutture 5G Standalone?

Essendo una tecnologia nuova, la distribuzione dell’architettura cloud-native per il 5G SA risulta comunque molto sfidante per gli operatori. Questo perché comporterebbe l’utilizzo di molteplici opzioni di configurazione cloud per la parte core, edge e di accesso radio, inclusi i cloud pubblici o ibridi a seconda dei casi e delle prestazioni richieste.

Gli operatori necessitano quindi di sviluppare delle nuove applicazioni cloud-native e di migrare quelle già esistenti. Questo, però, mantenendo allo stesso tempo attivi i sistemi di vecchia generazione per erogare servizio ai vecchi client la fase di migrazione.

Un’altra sfida riguarda il fatto che i servizi 5G SA genereranno un nuovo ecosistema di dati operativi e dati utente. Gli operatori dovranno quindi essere capaci di utilizzare in maniera appropriata e a proprio vantaggio questi dati per ottimizzare i servizi e l’esperienza utente, mentre soddisfano la richiesta di traffico.

Infine, ma non per questo meno importante, gli operatori dovranno avere un occhio di riguardo anche sull’efficienza energetica dei loro sistemi per ridurre la loro impronta di carbonio.

AWS e l’infrastruttura cloud olistica

Una opportunità per gli operatori telefonici per ottenere con relativa facilità i risultati descritti fino ad ora, è quello di collaborare con un provider di servizi cloud attraverso il quale distribuire i propri servizi. Amazon Web Services (AWS), in questo contesto, può essere una scelta valida in quanto la sua la sua infrastruttura olistica che permette agli operatori di usare un’architettura cloud comune per supportare la grande varietà di contenuti usati dai servizi 5G. Servizi che, di fatto, la rete dell’operatore e vengono usati dai suoi utenti.

Una proposta di questo tipo offre la possibilità di servirsi di singoli cloud stack specializzati. Ovverosia, API e modelli di programmazione condivisi e pensati per gestire singoli carichi di lavoro. Diversamente da un approccio più classico, dove si adottano stack applicativi separati e strumenti appositi per ogni singola applicazione, questo permette di avere un’architettura molto più leggera e flessibile. Inoltre, gli operatori possono usare le stesse risorse cloud per fornire servizi 5G in aree del mondo diverse, impostando giusto i servizi end-to-end in base alle necessità di clienti e partner presenti sul territorio.

Tra le caratteristiche su cui fa più leva AWS, ma in generale tutti i distributori di infrastrutture per servizi 5G, è l’edge cloud. L’obiettivo dell’edge cloud è raggiungere la più ridotta latenza possibile. In questo caso, gli operatori possono usare le risorse cloud distribuite nel punto più vicino dall’utente, riducendo il tempo di trasferimento dei dati da sorgente a destinazione.

Chi sono gli operatori che utilizzano AWS cloud?

Nel mondo ci sono già operatori che sfruttano l’infrastruttura cloud offerta da AWS, ognuno per motivi diversi.

Ad esempio, negli Stati Uniti, DISH Network usa la tecnologia 5G SA con le infrastrutture cloud di AWS per il 5G core, edge e RAN così come per le applicazioni IT o imprenditoriali. L’obiettivo di DISH è di attirare imprenditori che possano usare le infrastrutture per personalizzare i servizi di rete 5G a seconda delle esigenze.

Un altro esempio è il mobile provider giapponese NTT DOCOMO che utilizza i servizi AWS di migrazione al cloud per ridurre la propria impronta di carbonio.

Altri esempi sono Verizon che combina il 5G e l’edge-computing per ottenere applicazioni con minor latenza, mentre KDDI e Vodafone colgono l’opportunità di fornire ai propri utenti un’esperienza con servizi 5G MEC, cioè di multi-access edge computing. Ovvero, spostano la computazione del cloud alla periferia per fornire servizi interamente a latenza zero.

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