Nonostante la sua importanza, l’imprenditoria femminile non è ancora abbastanza promossa e diffusa in Italia e nel mondo. Per dare un quadro sia descrittivo che propositivo, UPS Italia e W20 hanno organizzato un evento proprio dedicato all’imprenditoria femminile, chiamato “Pandemia, imprese femminili e gender gap. L’export come leva di empowerment“. Ecco di seguito quanto emerso in occasione dell’incontro.
UPS Italia e W20 raccontano l’imprenditoria femminile
Tra le ospiti di questa tavola rotonda abbiamo trovato delle persone di spessore e competenza, a partire dalla Ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia Elana Bonetti. Hanno seguito poi: Britta Weber, Managing Director di UPS Italia; Cristina Falcone, Vice President Public Affairs UPS Europe; Annamaria Tartaglia, Coordinatrice W20 Women Entrepreneurship and Finance; Tommaso Murè, Esperto dell’Ufficio Sherpa G7/G20, Presidenza del Consiglio dei Ministri; Rossana Ciraolo, Dirigente dell’Ufficio Affari Giuridico Legali e Assistenza Organi Istituzionali e dell’Ufficio Gestione Giuridica e Sviluppo Risorse Umane di ICE; Tiziana Pompei, Vice Segretario Generale Unioncamere; Annamatilde Baiano, Founder CiboCrudo Srl; Ada Di Fiore, CEO Mobili Rebecca.
Una crisi sentita
Il discorso si è incentrato sull’impatto dell’emergenza COVID-19 sull’imprenditoria e l’occupazione femminile, e di come le imprese di questo tipo debbano guardare all’export e alla internazionalizzazione per garantire continuità e crescita.
Alcuni dati arrivano da Unioncamere, attraverso la figura di Tiziana Pompei: nel 2020 si è registrato un crollo della natalità imprenditoriale, interrotto solo da un lieve aumento durante il primo trimestre del 2021. In quest’ultimo periodo sono infatti nate 26.299 imprese femminili, in crescita rispetto allo stesso periodo del 2020 ma comunque più basso del 2015. Di queste imprese, la fetta fondata da under35 è cresciuta del 8.1%.
A livello di mercati esteri, le imprese femminili che operano nella Global Value Chain ancora oggi sono meno di quelle a guida maschili (9% vs 13%). L’internazionalizzazione, un tasto dolente per molte imprese italiane, soprattutto medie e piccole, può essere favorita da un processo di digitalizzazione.
L’export è la chiave
Guardare all’estero, soprattutto con l’export, è anche l’invito della Ministra Bonetti, che ha sottolineato: “L’esperienza della pandemia ha messo in evidenza sia gli elementi di resistenza sia quelli di potenzialità dell’imprenditoria femminile. La promozione della parità di genere è una leva strategica per raggiungere una maggiore efficienza della qualità produttiva socioeconomica del Paese, l’export è certamente uno degli assi chiave nella valorizzazione e nel riconoscimento del talento femminile che è nel nostro Paese“.
ha continuato: “Oggi esiste un forte gap digitale nel mondo dell’impresa femminile: solo il 19% delle imprenditrici ha le competenze digitali adeguate, rispetto alla media europea del 33%. Nell’ambito del PNRR sono state individuate alcune azioni specifiche, tra cui la formazione soprattutto nei settori scientifico, digitale e finanziario, in modo da consentire alle donne di avere pieno accesso ai 24 miliardi messi a disposizione dal PNRR per la digitalizzazione innovativa nelle imprese. Aver introdotto strumenti come la certificazione sulla parità di genere delle imprese e del gender budgeting tra gli elementi di premialità significa aver indotto un processo di promozione che colmerà quel gap e consentirà di moltiplicare gli effetti positivi della transizione digitale ed ecologica”.
Il supporto di UPS
A chiudere l’incontro è stato l’intervento di Cristina Falcone, Vice President Public Affairs UPS Europe, la cui azienda sta portando avanti un programma proprio al supporto di donne imprenditrici. “Per avere una vera gender-equality, dobbiamo agire per ridurre la debolezza economica delle donne in tutti i Paesi, più o meno sviluppati. Ad esempio, ridurre il gap salariale, creare percorsi di leadership, e per le imprenditrici che vogliono crescere all’estero dobbiamo garantire un level playing field. Sappiamo che quando sono incentivate e guidate, queste imprenditrici possono contribuire attivamente alla ricchezza della comunità.
Parlando poi del programma: “I risultati del nostro Women Exporters Program nel mondo lo confermano: su 15mila donne e piccole imprese raggiunte in ottantanove paesi attraverso corsi di formazione e supporto diretto su logistica dell’export, customer experience, 400 hanno avuto accesso ai finanziamenti, oltre 10 hanno esportato in undici nuovi mercati e oltre 62 hanno avviato un’attività stabile di e-commerce. Speriamo che le iniziative che il Paese sta mettendo in pratica siano in linea con questo spirito, con un effetto moltiplicatore sulla crescita di queste imprese”.
Maggiori informazioni sul Women Exporters Program disponibili sul sito ufficiale.
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