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WPC 2023: il meglio della tecnologia Microsoft, dalla ‘A’ di AI a quella di Azure

Dall’AI di Copilot al cloud di Azure, passando per Windows e la sicurezza con Defender e Sentinel. Le tecnologie di Microsoft per le aziende sono molte e potenti, e a Milano si sono riuniti i maggiori esperti italiani di tutti questi prodotti per WPC 2023, l’evento organizzato da Overnet Education. Che in tre giorni permette ai professionisti partner di Microsoft di formarsi sulle ultimissime novità tecnologiche dell’azienda di Redmond. E a noi permette di capire come cambia il panorama informatico nel nostro Paese, con una carellata di speaker impressionante nella prima sessione plenaria.

WPC 2023, tutto sulle tecnologie Microsoft: dall’AI ad Azure

WPC ha un ruolo importante nel panorama IT del nostro Paese. È il più grande evento sulle tecnologie Microsoft, non solo per i numeri da record, ma per l’affetto della community di WPC”, come spiega Lorenzo Basso, presidente di Overnet. Da trent’anni WPC discute del meglio della tecnologia Microsoft – e quindi quest’anno non può che toccare temi caldi come l’intelligenza artificiale generativa, sempre più al centro dell’offerta di Redmond.

Michele Sensalari sottolinea a sua volta il gran numero di persone presente a WPC 2023: siamo in mille qui, pensavamo fosse un miraggio e invece è realtà”. Ma i numeri impressionano anche nell’offerta di approfondimento, con 98 sessioni e 300 professionisti pronti a discutere delle novità Microsoft (qui trovate maggiori dettagli.

wpc 2023 microsoft evento

Ma non si viene a WPC solamente per imparare. Lo sottolinea anche Vincenzo Esposito, il CEO di Microsoft in Italia, che interviene in un video in cui augura il meglio per queste sessioni e per il networking, parte fondamentale dell’evento. E assicura di aver lasciato i partecipanti in buone mani, con tantissimi professionisti Microsoft pronti a discutere delle nuove tecnologie.

WPC 2023: l’AI generativa fa già la differenza

Nuove tecnologie fra cui non può che avere un ruolo centrale l’intelligenza artificiale generativa, su Microsoft punta moltissimo. “L’AI per noi, sia per Microsoft che per i partner, è soprattutto un’opportunità. Adottarla in maniera pervasiva può fare la differenza” spiega Matteo Mille, Chief Marketing and Operations Officer di Microsoft Italia.

Stimolato da Matteo Giudici di Overnet spiega che una recente ricerca presentata al forum Ambrosetti dimostra che l’adozione dell’AI generativa su tutte le industrie potrebbe valere, per l’Italia, fino al 18% del PIL. “Ma bisogna essere veloci: l’AI non aspetta nessuno”.

microsoft wpc 2023

Igor Salvoni, Specialists Team Unit Lead di Microsoft, spiega: “Come tutti noi sappiamo, l’AI generativa è un sottoinsieme di un dominio di ricerca che esploriamo da tempo. Ciò che impressiona è l’accelerazione. Se pensiamo a quanti anni sono serviti a DeepBlue per battere Kasparov a scacchi, il fatto che OpenAI abbia lanciato ChatGPT nel 2022 e in pochi mesi sia diventata pervasiva è ancora più enorme. Nel gennaio 2023, poco dopo il lancio di ChatGPT, Microsoft ha lanciato Copilot e l’ha messo al centro di tutti i suoi prodotti, per fruire dei software usando il linguaggio naturale”.

Mille dice che gli obiettivi per Microsoft Italia sono tre nel prossimo futuro. Il primo è sfruttare appieno il potenziale di Copilot per la produttività. Il secondo è espandere la catena di partner, e formare i 14 mila partner di Microsoft in Italia come avviene con WPC 2023. E il terzo punto è pensare un approccio olistico al dato, valorizzando le varie industrie e creando diversi Copilot Made in Italy” pensati sui dati e sulle esigenze delle aziende.

Il ruolo degli AI LAB

Da queste esigenze nascono l’AI LAB, basati su quattro pilastri. Il primo riguarda le aziende e la loro maturità digitale, il secondo le competenze dei professionisti (“WPC forse è l’emblema di questa esigenza”). Inoltre, Microsoft vuole lavorare sulla formazione nelle università per l’AI; e infine, pensare alle PMI e alle startup che vogliono integrare l’AI come aziende innovative, dialogando con gli architetti Microsoft per creare Copilot Made in Italy.

L’AI LAB sta acquisendo competenza, ma Mille spiega che “non riusciamo a scalare: abbiamo 107 clienti e 220 use case, dopo solo tre mesi. Ma il mio obiettivo è farne un franchise, replicando il nostro modello sul territorio grazie alla nostra rete di partner. Altrimenti, rischiamo che l’AI diventi una tecnologia solo per le grandi aziende che hanno le risorse”.

Tecnologie già in campo

“Da maggio a ottobre abbiamo lavorato con un centinaio di aziende entreprise, insieme a una dozzina di partner. L’obiettivo non era solo di fare sperimentazione, ma provare a mettere a terra progetti concreti” spiega Igor Salvoni. Oggi, ci sono già soluzioni importanti.

Per esempio, una PA italiana aveva circa tre milioni di documenti cartacei da digitalizzare e sintetizzare. Soluzioni come OCR e tecnologie tradizionali non aveva portato risultati. Lavorando sull’AI, in poche settimane c’è un prototipo e subito dopo hanno iniziato a lavorare. Salvoni continua a portare esempi, che dimostrano non solo l’efficacia ma “la capacità di generare tempo” dell’AI, facendo risparmiare tempo e risorse alle aziende e agli enti. Come INPS, che usa un chatbot AI per presentare “Opzione Donna” in maniera semplice. Oppure Fastweb, che propone offerte commerciale con un bot semplice da usare.

Una nuova interazione uomo macchina

Questa tecnologia sta cambiando il modo in cui interagiamo con le macchine. Mouse e tastiera hanno avuto il loro ruolo fondamentale, la tecnologia dei touch screen ha cambiato il paradigma. L’AI generativa sta facendo lo stesso: “fra poco pretenderemo di poter dialogare con i software, anche gli utenti che non hanno alcun tipo di competenza informatica. Il punto non è se, ma quando. E sarà molto prestospiega Igor Salvoni.

WPC 2023 e il ruolo dell’AI generativa nelle aziende

Il cambiamento è in corso e Microsoft punta ad accompagnare i partner in questa evoluzione. Sara Anselmi, Global Partner Solutions Lead di Microsoft spiega che l’AI LAB coinvolge appieno i partner, specialmente per accompagnare le grandi aziende all’intelligenza artificiale. Si parte dai workshop e dai primi contatti con l’AI generativa, per poi accelerare e mettere a terra i primi casi d’uso. Infine, bisogna lavorare perché l’AI diventi una tecnologia pervasiva per le aziende. Ma prima di Natale annunceremo una nuova ondata di partner e progetti dedicati alle aziende più piccole”. Per i partner, Microsoft supporta i partner sia sul piano tecnico che commerciale, con attività di formazione ma anche di confronto a livello di community, discutendo use case e storie di successo.

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Anselmi spiega che Microsoft ha testato la produttività di Copilot sul lavoro, con risultati davvero impressionanti. “Il 70% degli utenti dei primi test ha riportato incrementi nella produttività ma anche nella qualità del lavoro. E più della metà riporta di aver generato contenuti più originali rispetto al passato”. Inoltre, molti discutono della comodità maggiore di interagire con Copilot. Tanto che il 75% riporta che non può più farne a meno”.

Le aziende guardano all’AI con ottimismo

Ma come percepiscono questo cambio di passo le aziende? “Per cogliere le sensazioni dei nostri clienti, abbiamo condotto una ricerca in dieci Paesi, fra cui l’Italia” spiega Anna Di Silverio, Presidente EMEA Avanade. Pensa che il quadro sia incoraggiante: “Molte aziende guardano questa tecnologia con ottimismo e curiosità, che superano di molto i timori su questa tecnologia. Il 69% non pensa che si perderanno posti di lavoro, anzi ce ne saranno di nuovi”. Di Silverio spiega che diverse aziende hanno già linee guida da seguire, guardrail da non superare. Ma scendendo ai livelli operativi, molti dipendenti temono non ci sia “un vero piano per formare le persone e renderle consapevoli dei possibili rischi dell’intelligenza artificiale”.

A livello mondiale, il 92% pensa che i prossimi investimenti andranno nella direzione dell’AI. Ma solo il 48% si fida dei risultati generati dall’AI, sentendo l’esigenza di verificare i dati. “Bisogna creare data platform complete, abbattendo i silos”.

Le possibilità superano i rischi, ma attenzione a proteggere i dati

Alessandro Colasanti di SoftwareOne, spiega che, anche chi come lui viene dal mondo dei servizi pubblici, “le possibilità dell’AI superano di gran lunga il timore per i potenziali rischi”. Ma bisogna preparare bene i sistemi informativi: “sempre più aziende si stanno muovendo verso il cloud, l’AI accelererà questa tendenza ancora di più. Tuttavia, bisogna considerare la questione della sicurezza e della privacy. L’intelligenza artificiale potrebbe svelare dati non aggregati o privati, se chi fa le domande trova il modo di aggirare le protezioni. Bisogna fare attenzione, ma senza rallentare lo sviluppo”.

L’evoluzione nelle aziende

Di Silverio spiega che le aziende non stanno adottando soluzioni AI solamente per l’automazione. Anzi, il valore aggiunto sta “nel tempo liberato e dato alla creatività”. Utilizzare soluzioni come GitHub Copilot permette di concentrarsi di meno sul controllo dei dettagli del codice, pensando piuttosto ad algoritmi e codici più avanzanti e intelligenti.

Questo cambiamento, tuttavia, va governato. Avenade, spiega Di Silverio, ha creato un Chief AI Officer, che ha il compito di capire come l’intelligenza artificiale possa rivoluzionare il modo in cui si lavora. “Servono esperti che assicurino un approccio responsabile all’AI, ma ci saranno anche figure nuove create da questa tecnologia”.

“La gestione della spesa cloud ha a lungo rallentato l’adozione della tecnologia, ma sempre di più le aziende utilizzano i FinOps per capire i ritorni di investimento. L’AI generativa rende più complesso associare le richieste ai bot con i progetti aziendali. Ma abbiamo già sviluppato soluzione pensate per rendere il controllo più capillare” conclude Colasanti.

Il ruolo del cloud

Le tecnologie Microsoft discusse a WPC 2023 non si esauriscono nell’AI: sappiamo che il cloud gioca un ruolo fondamentale per sempre più aziende. Roberto Filipelli, Azure Go TO Market Director Italy, spiega che le aziende hanno “finalmente capito che il cloud è come un data center, ma offre di più e può anche costare di meno”. Tiziano Durante, Datacenter Lead di Microsoft, spiega poi che “oggi il motivo per spostarsi sul cloud non è più solamente applicativo: le garanzie di sicurezza e bassa latenza lo rendono appetibile anche per altri KPI”.

azure ai cloud

Filipelli spiega che oggi Azure offre sempre più flessibilità alle realtà economiche del nostro Paese, anche perché “supporta sia software che hardware di altre aziende, permettendo la massima flessibilità”. Non solo: “oggi possiamo avere una sezione Azure anche in un data center altrui”.

Ma Durante sottolinea anche l’importanza della sovranità del dato e del ruolo che ha la nuova region in Italia. Microsoft è fra i soci fondatori della Italian Data Center Association, che nasce da un cambio della prospettiva non solo economica, ma anche geopolitica. “Se una volta il cloud era concentrato, ora ci sono molte nazioni con normative sulla sovranità del dato. Noi non solo costruiamo ma progettiamo i nostri data center in Italia”.

Tante anche le novità hardware. Microsoft ha di recente annunciato non solo un processore per data center ma anche un rack capace di raffreddarsi con il liquid cooling. “Senza soluzioni che riducano il consumo elettrico, l’AI non sarebbe sostenibile”, spiega Durante. Filipelli fa eco: “La nostra scala globale non solo permette di investire sulle tecnologie per ridurre i consumi dei data center, ma anche di ottenere energia green in tutto il mondo a prezzi di mercato vincenti.

Sostenibilità che non deve arrivare a scapito della rapidità di messa a terra dei progetti. Non solo Microsoft deve essere veloce, ma deve arrivare in anticipo sugli aumenti di richieste del mercato. “Stiamo costruendo sempre più data center dispersi, che ci rendono più capillari e anche più veloci” spiega Durante.

WPC 2023: focus sulla sicurezza

Oltre all’AI generativa e al cloud di Azure, un altro pilastro delle tecnologie Microsoft discusso a WPC 2023 è la sicurezza. Tamara Zancan, Cybersecurity Marketing Lead di Microsoft, spiega che “le minacce, anche quelle degli attori nation-state, stanno aumentando: hanno coinvolto tantissimi Paesi in tutto il mondo, nel 40% dei casi verso infrastrutture critiche”. Molto spesso, questi attaccanti stanno anche compiendo operazioni di diffusioni di fake news e nelle infrastrutture per il voto. “Con quasi due miliardi di persone che andranno al voto nei prossimi mesi, difendersi diventa una questione fondamentale per la democrazia”.

Zancan continua poi spiegando che ransomware, phishing e attacchi all’identità continuano ad avere un peso enorme sull’economia. Problemi dovuti anche a una gestione poco attenta: “l’80% degli attacchi arrivata da device non gestiti: smartphone e PC personali usati al lavoro”. E spiega che, sebbene tecnologie come la Zero Trust sia fondamentale negli attacchi più complessi, “con una buona Multi-Factor Authentication si ridurrebbe il successo degli attacchi del 99%”.

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Anche Luca Orthmann, Chief Marketing Officer di 4wardPRO, sottolinea l’importanza della sicurezza per le aziende innovative: “le strategie digitali delle aziende si fondono su tre pilastri: AI, cloud e sicurezza. Ma spesso le aziende hanno un approccio troppo superficiale sulla security. Il cloud sta avendo un ruolo positivo in questo, perché riduce lo sbilancio di competenze fra attaccante e difensore. L’AI avrà un ruolo fondamentale: gestire la complessità delle reti IT e OT diventa sempre meno possibile per una persona sola”.

Raul Sanz, Microsoft Business Unite Manager di WeAreProject, spiega che: “noi aiutiamo a migliorare la postura di sicurezza dell’aziende partendo dalla gestione dell’identità. Aggiornare gli ambienti e segmentare il più possibile gli accessi, specie in un ambiente di lavoro sempre più ibrido” diventa essenziale per la protezione. Tuttavia, Sanz spiega l’importanza di saper gestire la telemetria per rilevare e rispondere in maniera automatica un eventuale attacco.

I rischi per il lavoro ibrido e per le aziende più piccole

Il lavoro ibrido ha portato diversi vantaggi, ma anche nuove sfide per le aziende che, come spiega Daniele Gregorio, Senior System Engineer di BearIT, “si sono lanciate in questo nuovo mondo senza riflettere troppo sulla sicurezza. Gestire gli accessi a risorse e applicazioni, in un perimetro non definito, può comportare una sfida. Abbiamo trovato diverse aziende che hanno avuto difficoltà nella gestione degli accessi, molte che non riescono a fare security awarness con i propri dipendenti”. Inoltre, la gestione di backup necessita di procedure robuste per evitare la perdita di dati, specie con infrastrutture IT così complesse.

I rischi aumentano per le aziende che non hanno le risorse da mettere a capitolo per la sicurezza. “L’Italia è il quinto Paese più attaccato al mondo, con il 73% delle PMI che non ha una strategia di protezione omnicompresiva: siamo ignoranti in termini di sicurezza. Siamo il Paese delle password semplici, dei post-it con gli accessi, che non adottano la multi-factor authentication” spiega Silvio Di Benedetto, CEO di Inside Technologies.

Di Benedetto continua dicendo che: “in azienda, dalla dirigenza in giù, utilizzano strumenti non controllati. C’è chi scarica il browser preferito, chi utilizza app e cloud personali. Le chat di WhatsApp non possono essere controllate: scambiare informazioni di lavoro su chat non protette riduce le possibilità di controllo dell’IT. Bisogna che gli informatici in azienda impongano scelte più sicure agli utenti”.

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Investire per combattere il cybercrimine

Zancan spiega che gli attacchi informatici nei prossimi anni non diminuiranno, anzi: “Si prevede che il cybercrimine possa raggiungere gli otto trilioni di dollari, sarebbe la terza economia al mondo dopo USA e Cina. E cresce del 15% ogni anno. Bisogna quindi fare fronte unico e lavorare con istituzioni, associazioni e partner per combattere queste minacce”. Microsoft ha annunciato un piano quinquennale da 20 miliardi di dollari per la sicurezza. E presto introdurrà il Security Copilot, che userà l’AI per semplificare la gestione della sicurezza aziendale. Inoltre, Zancan spiega che l’azienda di Redmond sta lavorando su diversi fronti: dalla riduzione del 50% dei tempi di risoluzione delle vulnerabilità software, fino ai programmi di formazione come quelli organizzati da Overnet.

Orthmann pensa che le aziende debbano tutelarsi, soprattutto se intendono adottare l’AI in maniera pervasiva: “Ben vengano le aziende che fanno fuga in avanti sull’AI: essere early adopter porta un vantaggio competitivo difficile da recuperare. Oggi il ‘digital moat’ di cui parlava Warren Buffett è la velocità di adozione di nuove tecnologie. Ma la velocità porta con sé dei rischi: bisogna accertarsi dell’integrità e della correttezza del dato prima di darlo in pasto all’intelligenza artificiale. E poi c’è la questione governance: il fatto di usare l’AI in maniera pervasiva non significa che tutti devono avere accesso a tutto”.

Sanz conferma: “Non tutte le aziende sono già pronte per Copilot: bisogna verificare la maturità del dato. Bisogna lavorare per etichettare in maniera corretta i dati, in continuo aumento – sempre più anche le macchine creeranno dati, l’automazione farà la differenza. Inoltre, bisogna tenere conto delle nuove normative in arrivo nei vari settori. L’obiettivo è restare semplici e integrati, nonostante la complessità da gestire aumenta”.

Il valore dell’accessibilità

Se i pilastri delle tecnologie Microsoft di cui si discute a WPC 203 sono AI, cloud e sicurezza, c’è un valore pervasivo a tutti questi ambiti: l’accessibilità. Annamaria Bottero di Microsoft spiega che per l’azienda di Redmond non si tratta solo di una necessità a cui rispondere, ma anche un’attenzione che spesso porta a innovare. Ci spiega che l’accessibilità porta a “costruire soluzioni utili per pochi che portano a migliorare la vita per tutti. Un esempio é la possibilità di sfocare lo sfondo di Teams, che nasce una collega di Microsoft che, avendo problemi d’udito, seguiva il labbiale e si distraeva quando le persone nelle inquadrature passano dietro il suo interlocutore. Da questo nasce una funziona oggi usatissima”.

accessibilità

Il panel spiega però che spesso l’accessibilità diventa imprescindibile solo per le aziende che “possono permetterselo”. Sul territorio ci sono quindi aziende molto strutturate che mettono l’accessibilità al centro. Nelle PMI invece spesso mancano budget e risorse. L’obiettivo però é portare una cultura: usare tecnologie più accessibile deve diventare una priorità per i decision maker.

Fabio Luigi Viganò di Cluster Reply spiega che sempre di più “l’accessibilità é anche un tema di compliance. Dal 2021 le aziende che fatturano più di 500 milioni di euro devono farlo per forza. Il costo é del 5% del fatturato per chi sgarra. Inoltre, secondo le leggi europee, tutte le aziende devono produrre soluzioni accessibili. Ma il tema non é solo di compliance ma anche di cultura. Serve formarsi e seguire le regole: sono 50 quelle previste dalle normative, alcune con temi in alcuni casi controintuitivi”.

Il panel sottolinea l’importanza di ascoltare con attenzione i feedback degli utenti per poter trovare soluzioni accessibili per tutti. Spesso si trovano soluzioni pensate per pochi, ma che beneficiano molti.

Tantissime sessioni tecniche

wpc 2023 microsoft tecnologie sessioni

Dopo aver discusso dei macrotemi, Michele Sensalari, Alessandro Appiani, Fabio Franzini, Michele Aponte e Marco Parenzan hanno spiegato le quasi cento sessioni che i mille partecipanti di WPC 2023 potranno seguire per conoscere meglio le tecnologie Microsoft. Overnet le ha divise in diverse track parallele: IT Pro & SecurityMicrosoft 365 & Power PlatformDevelopmentData & IoT e Artificial Intelligence. Dal 28 al 30 novembre, presso NH Milano Congress Centre di Assago, i professionisti potranno ascoltare un centinaio di speaker e fare networking.

L’edizione di quest’anno è già al completo, ma sul sito ufficiale potete trovare tante altre possibilità di formazione.

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Stefano Regazzi

Il battere sulla tastiera è la mia musica preferita. Nel senso che adoro scrivere, non perché ho una playlist su Spotify intitolata "Rumori da laptop": amo la tecnologia, ma non fino a quel punto! Lettore accanito, nerd da prima che andasse di moda.

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