L’identità digitale sta diventando sempre più un elemento chiave per accedere a molti servizi, sia in Italia che in Europa. Il Governo italiano e l’Unione Europea stanno infatti lavorando per creare due Wallet digitali che consentiranno ai cittadini di gestire i propri dati personali e le proprie certificazioni in modo sicuro e interoperabile.
Si tratta dell’IT Wallet, annunciato a maggio 2023 dal Dipartimento per la trasformazione Digitale italiano, e dell’EUDI Wallet, previsto dalla revisione del regolamento eIDAS (electronic IDentification, Authentic and trust Services), detto anche eIDAS 2.0.
Ma quali sono le caratteristiche e le differenze di questi due Wallet? E come si inseriscono nel contesto delle identità digitali già esistenti, come SPID e CIE? Intesa (Kyndryl), service provider che partecipa attivamente allo sviluppo dell’identità digitale italiana e europea, ci ha aiutato a fare chiarezza sullo stato dell’arte delle identità digitali e sulle loro prospettive future in Italia.
Identità digitale in Italia e in Europa, facciamo chiarezza
EUDI Wallet
L’EUDI Wallet si inserisce nel quadro del regolamento eIDAS 2.0, che ha l’obiettivo di armonizzare il panorama delle identità digitali nell’UE, garantendo pari opportunità nell’uso dei servizi fiduciari tra gli Stati membri, e di restituire ai cittadini il controllo dei propri dati personali. In particolare, l’EUDI Wallet permetterà di digitalizzare documenti di identità e altre attestazioni, come ad esempio il diploma, la patente, le qualifiche professionali e i certificati di firma.
Utilizza ChatGPT in totale sicurezza con NordVPN – Fino a 63% di sconto per 2 anni di NordVPN
“Quello dell’EUDI Wallet è un progetto più ampio che coinvolge la Commissione Europea e ha una tabella di marcia ben definita con passaggi legislativi e formali, quindi inevitabilmente i tempi di realizzazione si allungano – commenta Matteo Panfilo,Chief Solution Officer di Intesa (Kyndryl) – In questo momento siamo alla cosiddetta ‘fase di trilogo’, un momento di negoziato tra i rappresentanti di Parlamento, Consiglio e Commissione. Nel frattempo sono stati selezionati i Consorzi internazionali, come il Consorzio POTENTIAL, di cui facciamo parte anche noi di Intesa, che lavoreranno ai progetti pilota di utilizzo dell’EUDI Wallet. Coinvolgendo così tanti governi e attori (pubblici e privati), ci sono dei significativi ostacoli tecnici e normativi da superare, oltre a dover creare un modello di business sostenibile per tutti e che preveda degli incentivi per i partecipanti”.
IT Wallet: l’identità digitale in Italia
L’IT Wallet è invece un progetto tutto italiano che anticipa l’EUDI Wallet e che consentirà di avere la propria identità e i propri certificati all’interno di contenitori predefiniti, come ad esempio l’app IO di PagoPA. Questo nuovo Wallet potrebbe portare a una revisione delle identità digitali italiane già in uso (come lo SPID e la CIE), riprogettandone gli usi e le funzioni
“Nonostante lo SPID sia ancora oggi il sistema di identità digitale più utilizzato nel nostro Paese – continua Matteo Panfilo – La sua diffusione è strettamente legata agli identity provider privati ed essendo gran parte del mercato composto da operatori pubblici, il suo modello di business è a difficilmente sostenibile. Questo non significa che SPID sia destinato a sparire o a essere sostituito dalla CIE, ma è innegabile che in Italia si stia comunque puntando molto su CIE per il futuro, motivo per cui anche Intesa ha scelto di essere tra i primi Service Provider privati Italiani”.
Si tratta quindi di due progetti distinti, ma che condividono concetti e tecnologie simili.
I due wallet saranno interscambiabili?
La vera domanda, al momento, è come i due Wallet sapranno interagire tra loro una volta attivi. Secondo quanto stabilito dal nuovo regolamento eIDAS, infatti, per attivare l’EUDI wallet, sarà necessaria un’identità digitale con LoA 3, oggi possibile per CIE ma non per SPID.
Tuttavia, nonostante il numero delle CIE in circolazione abbia superato quello degli SPID, è sempre quest’ultimo ad essere più usato in Italia, con oltre 30 milioni di utenti effettivamente attivi rispetto ai poco meno di 1 milione per la CIE.
Di seguito il commento di Giuseppe Mariani, General Manager di Intesa (Kyndryl)
“L’introduzione e la diffusione dell’EUDI Wallet sarà sicuramente un passaggio delicato e importante per tutta l’UE. Ci auguriamo che l’introduzione dell’IT Wallet non incida sul modello di business degli attuali operatori del settore e non contribuisca a frammentare ulteriormente l’ecosistema disperdendo l’abitudine dei cittadini a questi sistemi. Come Intesa, nel breve periodo continueremo a investire su SPID, che, ancora, continua ad essere l’identità digitale più utilizzata. Il nostro obiettivo è infatti quello di far sì che i nostri clienti dispongano di servizi semplici e aggiornati sulla normativa e speriamo che il progetto dell’IT Wallet tenga conto degli investimenti già fatti, sia da noi come “partecipanti attivi” dell’ecosistema sia dalle aziende per avvicinarsi alla realtà degli utenti finali. Sono convinto che sia nostro compito far presente l’interesse di chi in SPID e CIE ci ha creduto al punto da volerle come sistema di identificazione e autenticazione”.