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IDC spiega come navigare il “diluvio di dati”

La quantità di dati continua a crescere: tutte le aziende necessitano di una strategia

La quantità di dati raccolte dalle aziende sta aumentando in maniera esponenziali. IDC spiega come le aziende possono navigare questo “Data Deluge“, un diluvio di dati che può essere affrontato solo con la giusta strategia. Perché entro il 2025 avremo 5,5 zettabytes (ZB), oltre 5,5 milioni di petabytes. Un diluvio che non genera valore, se non giustamente incanalato. Una delle soluzioni, potrebbe essere il ricorso al Cold Storage.

IDC e il Data Deluge: come navigare il diluvio di dati

Secondo l’analisi di IDC, i dati archiviati dalle aziende continua a crescere. Il 64% delle aziende si aspetta di crescere la capacità di storage nel prossimo anno sulla propria struttura dedicata. Il 60% pensa che aumenterà lo storage anche nel cloud, nei propri servizi IaaS.

Nel medio periodo, l’aumento sarà ancora maggiore. Ogni anno la crescita dello storage sarà del 30,9% in media. Arriverà a un totale di 5,5 zettabytes nel 2025. In particolare, nel cloud pubblico crescere fino a 4,2 ZB (+40% CAGR), mentre quello privato arriverà a toccare quota 509 Exabytes (+32%). Meno pronunciata la crescita annua dell’IT tradizionale (+8%), ma che resterà altissima in termini assoluti: 733 exabytes.

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Una gestione dei dati efficaci diventa ancora più fondamentale per le aziende. Se questi dati non sono arricchiti, schedati e classificati, se queste risorse non sono accessibili, organizzate e se non vengono sfruttate per le necessità del business: a cosa servono tutti questi dati?

Le spinte alla crescita del Data Deluge secondo IDC

IDC spiega che sia le aziende che utilizzare storage dedicato che chi opta per servizi IaaS ha tre principali interessi per accumulare dati. In particolare, l’implementazione di nuovi progetti data driven, utilizzando il machine learning o l’intelligenza artificiale (primo driver soprattutto per IaaS). Ma sul podio per entrambi ci sono anche la volontà di aumentare i dati delle attuali risorse (video a più alta risoluzione, per esempio) e l’aumento generale dei dati raccolti.

Ma contribuiscono al Data Deluge anche l’utilizzo di nuove risorse di dati, come i sensori nell’industria 4.0. Piuttosto che risorse di sicurezza e compliance, come i dati conservati per le strategie di disaster recovery o per sottostare alle normative locali.

I dati crescono più in fretta del budget IT: servono soluzioni di Cold Storage

La maggior attenzione ai dati porta le aziende a investire di più nelle risorse IT, ma a un ritmo inferiore della crescita della quantità di dati. Se infatti da oggi al 2025 i dati saranno più che il doppio (2.399 exabytes contro 5.451), la spesa IT aumentare in misura minore (307.497 dollari contro 447.791).

Per risolvere la questione, stanno sempre più nascendo esperienze di Cold Storage. Permettono di gestire i dati meno attivi, evitando la perdita di valore pur ottimizzandone l’uso. IDC invita a pensare a tutti i dati aziendali come se fossero su uno spettro che fa da “caldo” (quelli usati spesso, ogni ora) a “freddo” (quelli usati poco, magari mensilmente o annualmente). Secondo le stime, la maggior parte delle aziende utilizza in maniera intensiva solo il 10% dei dati, con il 30% considerato “tiepido” e il 60% “freddo”.

Puntare su questo tipo di soluzioni permette di ridurre i costi associati e aumentare l’efficienza. Ma d’altro canto può portare a tempi di risposta più lunghi in certi workload, riducendo anche le possibilità di automazione dei dati “freddi”.

I consigli di IDC per gestire il Data Deluge con soluzioni di Cold Storage

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IDC pensa che sempre più aziende punteranno a conservare più a lungo i dati. Se oggi il 61% delle enterprise trattiene i dati per sei mesi e solo il 18% per oltre sette anni, sempre più aziende adotteranno un approccio più conservativo.

Dotarsi di soluzioni di Cold Storage in questi casi sarà una necessità. Ma per farlo serve puntare su una gestione dei media aziendali più esperta, con alti livellli di automazione per ridurre l’interazione umana e i costi associati. Soprattutto, diventerà indispensabile trovare provider di soluzioni di storage che offrano modelli flessibili e assicurarsi di avere un accesso semplice ai propri dati. Indipendentemente dalla loro “temperatura”.

Maggiori informazioni sul sito di IDC. Potete approfondire questo e altri argomenti su Quantum.

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Stefano Regazzi

Il battere sulla tastiera è la mia musica preferita. Nel senso che adoro scrivere, non perché ho una playlist su Spotify intitolata "Rumori da laptop": amo la tecnologia, ma non fino a quel punto! Lettore accanito, nerd da prima che andasse di moda.

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