Google ha deciso di pensionare gli APK dal Play Store per fare posto al formato Android App Bundle (AAB) introdotto nel maggio del 2018. Lo standard AAB diventerà quindi il formato predefinito per le nuove applicazioni che verranno pubblicate sul Play Store a partire da questo agosto.
Il formato AAB è in grado “leggere” le configurazioni e le lingue del dispositivo e questa caratteristica permette di ridurre, a livello di megabyte (o gigabyte) ciò che viene scaricato sullo smartphone. Questa ottimizzazione significa che le applicazioni distribuite da AAB occupano in media fino al 15% di spazio in meno rispetto agli APK con le stesse funzioni. Il tutto a beneficio degli utenti finali che potranno così contare su installazioni più veloci delle e al contempo avere più spazio di archiviazione sul proprio smartphone.
Google afferma che oltre 1 milione di applicazioni utilizzano App Bundle, Tra queste si sono la maggior parte delle prime 1.000 app e giochi incluse Twitter, Netflix, titoli Gameloft, Adobe e Duolingo.
Google conferma che gli APK esistenti rimarranno sul Play Store
Oltre alla sostituzione dell’APK per le nuove app che verranno pubblicate sul Play Store di Google, gli sviluppatori dovranno cambiare anche i file di espansione di grandi dimensioni (OBB) con Play Asset o Feature Delivery.
Le applicazioni esistenti sono esentate, insieme alle app private per gli utenti aziendali gestiti. Guardando al futuro, Play App Signing, una parte fondamentale del formato AAB, trarrà vantaggio dall’APK Signature Scheme v4 per “accedere alle funzionalità e prestazioni disponibili sui dispositivi più recenti”.
A dire il vero solo qualche giorno fa Microsoft aveva annunciato che Windows 11, ha la capacità di consentire il sideload delle app Android come APK . Il passaggio di Google al formato Android App Bundle potrebbe significare che ci saranno meno app disponibili per l’esecuzione sul nuovo sistema operativo di Microsoft.
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