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La sfida del new normal va affrontata con resilienza

Grazie a Glickon scopriamo le voci di chi ha tenuto duro in questo anno così complesso.

Resilienza” è una parola che si sente sempre più spesso in ogni ambiente, compreso quello aziendale. Un concetto che si ricollega all’idea di tenere duro, di affrontare le avversità senza mollare, che in questo 2020 così complesso per il mondo del business, diventa particolarmente significativo. Proprio per questo motivo Glickon ha creato Moving from Uncertainty to Resilience, uno speciale evento dedicato alla resilienza. Un modo per capire, ascoltando voci diverse, come affrontare nel modo migliore le sfide del futuro, a partire da quella del cosiddetto new normal.

Glickon ci invita alla scoperta della resilienza in campo business (e non solo)

Nell’evento, di cui qui sopra potete vedere un breve riassunto, si sono alternati tante figure dal mondo aziendale. Attraverso la loro esperienza si è potuto esplorare la risposta all’emergenza sanitaria e alle difficoltà di questi mesi da tanti punti di vista.

Tutto si è aperto con un toccante saluto di Lorenzo Porzio, campione olimpionico di canottaggio e direttore di orchestra. La sua storia è intrinsecamente legata al concetto di resilienza. Le sue parole hanno dato il tono per l’intero evento, dando un messaggio incoraggiante, che parte dal concetto di non smettere mai di credere nei propri obiettivi e continuare ad andare avanti.

Successivamente la parola è passata alla moderatrice Irene Elisei, giornalista e conduttrice Class CNBC. Nella sua visione, il simbolo perfetto dell’atteggiamento da seguire è quello del tappeto elastico. Per raggiungere le altezze massime è necessario aumentare la pressione. Ora è altissima, sia sulle aziende che sulle persone, e questo è il segnale del fatto che potremo arrivare obiettivi ancora più elevati.

Il primo speaker Luca Foresti, CEO di Santagostino, ha proposto un’interpretazione particolare del concetto di resilienza. Nella sua visione, è meglio pensare all’idea di anti fragilità. Non si tratta solo di “resistere come il giunco”, torcendosi e rialzandosi, ma sfruttare gli eventi, anche quelli negativi, per crescere e diventare sempre più forti. La resilienza è indispensabile dal punto di vista finanziario e umano, ma non ci si può limitare a essa. Bisogna fare un passo in più e diventare ancora più forti.

Supportare e delegare, il valore di una squadra forte

glickon resilienza new normalSuccessivamente è stato il turno di Vito De Giorgi, HR Director Gruppo San Donato, che ha evidenziato come non sia possibile limitarsi a osservare: bisogna agire in prima persona. Quello che la sua azienda ha fatto è stato impegnarsi nell’ascolto dei propri dipendenti, per poi promuovere strumenti di collaborazione e comunicazione. Un modo per favorire la loro responsabilizzazione e creare un team ancora più solido. Questo non deve essere un evento isolato, ma un processo: bisogna continuare ad ascoltare i propri dipendenti per aggiornarsi e trasformarsi a seconda delle necessità.

Medtronic, stando alle parole della sua HR Director Alessandra Maria Sama, ha posto l’attenzione sullo stare a fianco del personale. Il periodo del lockdown è stato indubbiamente stressante per molti. Per questo l’azienda ha messo in campo diverse iniziative, compresi webinar per gestire al meglio il livello di tensione o anche aspetti più pratici come la gestione dei figli. Ora tutto questo sta dando grandi frutti, creando un ambiente che è già proiettato verso il new normal, anche nella concezione degli spazi d’ufficio.

Resilienza è anche aggiustare gli obiettivi, cambiandone il focus emerge dall’evento Glickon

glickon resilienza new normalUn’interessante riflessione è arrivata da Emiliano Sala, Finance Director per GSK Consumer Healthcare Italy. Nel suo ambito è sempre importante ragionare per previsioni, il più possibile affidabili. Un aspetto che in tempo di incertezza diventa ancora più complicato. Negli ultimi mesi il numero di report è aumentato, con un conseguente calo della loro accuratezza. È stato quindi importante trasmettere alla squadra l’idea che il valore di questi lavori non stesse nei risultati in sé, ma nella qualità del lavoro. Un aspetto da non sottovalutare in periodi in cui tutto il mondo sembra cambiare, per non perdere fiducia nei propri compiti e proseguire con il massimo impegno nell’attività.

Sono emersi anche diversi approcci al cosiddetto smart working, uno dei temi principe di questo 2020 (e che tornerà a essere centrale nel new normal del 2021). C’è chi come Andreina Grisolia, Country HR Business Partner CHC di Sanofi, vanta una lunga esperienza in questo campo. La sua azienda ha già lanciato da tempo programmi di questo tipo, con sostegni sia tecnologici che economici ai dipendenti. Non solo, ma c’è una grande attenzione anche all’aspetto psicologico, per favorire un passaggio più funzionale alla nuova normalità. A oggi, ancora quasi tutta l’azienda sta operando a distanza.

Riccardo Zagaria, Amministratore Delegato di DOC Generici, ha spiegato invece come parte del team della sua compagnia sia rimasto in sede. L’idea di un ambiente lavorativo ibrido è altrettanto importante e sarà parte della conversazione sulla trasformazione futura degli spazi lavorativi. Il punto è capire con chiarezza la propria identità e di conseguenza ciò che si vuole diventare.

Una serie di interventi che hanno raccontato in maniera affascinante tanti punti di vista differenti sugli eventi degli ultimi mesi. Abbiamo però voluto andare oltre e indagare un altro sguardo, altrettanto importante. E così è nata una chiacchierata direttamente con Glickon, alla scoperta di cosa significa la resilienza del new normal per loro. E intanto però, giriamo la domanda a voi: quale atteggiamento contate di avere in questo 2021 alle porte?

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Mattia Chiappani

Ama il cinema in ogni sua forma e cova in segreto il sogno di vincere un Premio Oscar per la Miglior Sceneggiatura. Nel frattempo assaggia ogni pietanza disponibile sulla grande tavolata dell'intrattenimento dalle serie TV ai fumetti, passando per musica e libri. Un riflesso condizionato lo porta a scattare un selfie ogni volta che ha una fotocamera per le mani. Gli scienziati stanno ancora cercando una spiegazione a questo fenomeno.

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