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Gestione delle informazioni: i trend del 2024 secondo OpenText, tra AI e ESG

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Le aziende che vogliono restare competitive in un mondo globale e dinamico devono saper adattarsi ai cambiamenti. Del resto la trasformazione digitale può offrire grandi opportunità di business, ma richiede anche investimenti continui in tecnologie innovative, nonostante le difficoltà dell’economia mondiale. Ad esempio l’Intelligenza Artificiale, che nel 2023 ha raggiunto il grande pubblico, nel 2024 si diffonderà sempre più nel settore B2B, con l’obiettivo di migliorare la gestione delle informazioni, la risorsa più preziosa per le aziende. A tal proposito OpenText – the Information Company, ha individuato cinque trend che, insieme a una nuova visione dell’AI, influenzeranno la gestione delle informazioni nel 2024.

Se da un lato la modernizzazione crea numerose opportunità, dall’altro aumenta le complessità e la necessità di una maggiore integrazione tra sistemi e applicazioni diversi”, commenta Antonio Matera, RVP Sales Content Services di OpenText.A partire da quest’anno, sarà ancora più importante per le aziende adeguare le proprie risorse IT per rispondere alle esigenze di connettività e automazione del panorama di business odierno. In particolare, a fronte di una generale carenza di talenti specializzati, saranno le collaborazioni con i fornitori di servizi gestiti a offrire gli strumenti più all’avanguardia per rimanere al passo con l’evoluzione del mercato”.

Vediamo insieme quali i cinque trend evidenziati da OpenText.

1. La monetizzazione dell’Intelligenza Artificiale

L’Intelligenza Artificiale sta diventando sempre più rilevante in diversi ambiti industriali: dopo una fase iniziale di curiosità e test, le aziende devono ora considerarne il valore strategico e il prezzo.

I modelli economici proposti da player come OpenAI, Microsoft e molti altri, mostrano come le aziende debbano destinare una parte consistente del loro budget ai tool di intelligenza artificiale.

Per esempio, una realtà con 10.000 dipendenti che sceglie di abbonarsi a servizi con un costo medio di 25-30 dollari al mese per utente dovrà sostenere una spesa notevole.Si prevede che, nel 2024, l’atteggiamento verso l’AI sarà più pragmatico e consapevole.

Le aziende valuteranno con più attenzione i benefici dell’intelligenza artificiale e i relativi costi, in rapporto alle loro capacità finanziarie, ai loro obiettivi strategici e alle competenze interne, così da utilizzare l’AI in modo efficace e sostenibile.

2. Una dashboard unificata per la gestione delle informazioni

Fino ad ora, l’analisi dei dati è stata fatta principalmente su piattaforme separate e differenti. Tuttavia questo approccio porta alla creazione di silos di dati eterogenei, con un aumento dei costi di archiviazione e dei problemi di sicurezza.

Nel 2024, le aziende preferiranno una sola dashboard che permetta di integrare i dati e le interfacce provenienti da fonti diverse,. Questo modello consente anche di eseguire una vasta gamma di analisi, per rispondere a diverse esigenze di business.

Gli investimenti si orienteranno quindi verso strumenti che permettano a carichi di lavoro diversi di essere eseguiti in una sola dashboard, senza distinzione tra le divisioni aziendali coinvolte.

3. Una gestione delle informazioni orientata ai principi ESG

La sostenibilità e i principi ESG (Environmental, Social, Governance) sono sempre più al centro dell’attenzione di diversi settori, in coerenza con un processo di digitalizzazione e automazione che ha permesso di ridurre l’uso della carta e di tutelare l’ambiente.

Nel 2024, la data analytics avrà un ruolo chiave in questa prospettiva: la sfida sarà quella di rilevare i processi che generano sprechi, senza crearne di nuovi.

Processando in modo efficiente grandi volumi di dati, le aziende potranno usare gli insight ottenuti per avere una visione più ampia delle proprie operation e avviare iniziative volte a ridurre le emissioni di carbonio. Ad esempio, sarà possibile controllare e analizzare i modelli di consumo dell’energia per individuare le inefficienze e adottare misure per abbassare i consumi.

Questo approccio favorirà lo sviluppo di supply chain più etiche e sostenibili, in conformità con le regolamentazioni e gli obiettivi di Scope 3 definiti a livello internazionale.

4. Digital Product Passport

Si discute molto di Digital Twin. Una tecnologia che è cresciuta molto in questi anni (come vi abbiamo raccontato anche nel nostro articolo dedicato). Secondo OpenText,  nei prossimi mesi, questa tecnologia evolverà ulteriormente, grazie a modelli basati sull’identità del prodotto. 

L’introduzione del cosiddetto Digital Product Passport abiliterà nuovi casi d’uso e nuove sfide. Oltre a un rinnovato interesse per i digital twin, le nuove regolamentazioni promuoveranno progetti sostenibili dal punto di vista ambientale ed economico.La proposta della Commissione Europea per un nuovo regolamento sulla progettazione ecocompatibile ne è un esempio.

Una delle sfide principali sarà stabilire chi potrà accedere ai dati del Digital Product Passport, tra cui quelli personali dell’utente che usa uno specifico prodotto. Tutto ciò richiede alle aziende un potenziamento del sistema di governance e autenticazione: se implementato con una strategia di security solida, il digital product passport può diventare un ulteriore abilitatore della trasformazione digitale, fornendo informazioni utili sull’utilizzo e sul ciclo di vita del prodotto, che possono essere usate per migliorare anche la customer experience.

5. Standardizzazione delle applicazioni

La tecnologia corre veloce, e le aziende, spesso, si ritrovano a doverla rincorrere. Un problema causato principalmente dal gap di conoscenza e competenza, oltre che dall’adozione di tecnologie obsolete.

Per una gestione efficace di informazioni e dati nel 2024, le aziende necessitano di strumenti di osservabilità (come OpenTelemetry), in grado di monitorare le applicazioni in modo semplice e di renderle anche ripetibili.

Un processo di standardizzazione che consentirà di adottare un approccio generico, aggiungendo al tempo stesso valore perché dà la possibilità a sistemi diversi di dialogare, unificando i dati.

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