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Var Group: un system integrator italiano con la visione di una multinazionale

Abbiamo incontrato Var Group in occasione delle loro ultima convention, scoprendo un’azienda estremamente innovativa e che, soprattutto, guarda al futuro con la stessa ottica di una multinazionale. Var Group è un system integrator che nel panorama italiano di oggi si propone come un leader di innovazione e di qualità del lavoro per i suoi dipendenti.

Chi è Var Group

Var Group fa parte del gruppo Sesa e, alla fine dell’ultimo anno fiscale, ha riportato un fatturato di più di 700 milioni di euro. Oggi si propone al mercato come un leader nelle soluzioni digitali e accompagna le imprese sue clienti nel loro percorso di trasformazione digitale. L’azienda conta attualmente più di 3700 dipendenti in 11 paesi. Le sue sedi non sono solo in Europa ma anche in Cina, Messico, USA e Tunisia.

L’offerta di Var Group si arricchisce costantemente grazie a una serie di acquisizioni strategiche e collaborazioni con poli universitari. Questo le permette di avere rapporti molto stretti con settori eccellenti della nostra economia: Food & Beverage, Pharma, Automotive, Meccanico, Fashion & Luxury, Furniture, GDO & Retail.

Al suo ultimo evento, intitolato “Shape the present, build the future” e centrato sull’evoluzione digitale delle aziende, erano presenti più di 1900 partecipanti e sono stati coinvolti più di 50 speaker.

La Convention Var Group si è confermata un appuntamento che ci ha permesso di fare il punto sui temi più urgenti dell’evoluzione digitale. In un momento come questo, dove le imprese sono impattate dalla diffusione delle tecnologie in modo pervasivo, è fondamentale che in parallelo siano pronte ad adottare nuovi modelli organizzativi, per accogliere pienamente l’evoluzione digitale.

Francesca Moriani, CEO di Var Group.

L’innovazione che passa anche attraverso il design organizzativo

Francesca Moriani CEO Var Group
Francesca Moriani

Francesca Moriani, CEO di Var Group ha parlato alla stampa esprimendosi in termini estremamente positivi sull’evento. Rispetto all’edizione precedente l’ha definito un salto di livello anche grazie alla nuova location, il Palacongressi di Rimini..

Var Group, continua Moriani, si propone come partner per la trasformazione digitale delle aziende ed è quindi chiamata a dare il buon esempio. L’innovazione, per Var Group, infatti, non è solo la trasformazione digitale dei sistemi e dei processi, ma coinvolge anche una ristrutturazione dei modelli organizzativi per poter sfruttare a meglio le nuove tecnologie. Non a caso, il CEO promuove con molta passione un modello di organizzativo aperto.

In un modello organizzativo aperto, ci viene detto, non ci sono ruoli predefiniti; esistono dei leader, ma i dipendenti non sono inseriti in una gerarchia. Siamo quindi un passo oltre anche alla cosiddetta “first person company”. I dipendenti devono lavorare nel benessere per riuscire ad esprimersi a pieno; anche dal punto di vista della creatività. Tant’è vero che Var Group ha fondato Var Digital Art per contaminare la tecnologia con le arti figurative. L’azienda mette i suoi laboratori a disposizione degli artisti; l’artista porta pensiero laterale a chi fa tecnologia.

Tuttavia, l’applicazione di questi modelli organizzativi aperti non è sempre semplice. Ci sono casi di dipendenti che sono andati via da Var Group perché non sono riusciti a sostenere questo modo di lavorare. Non tutti accettano la responsabilizzazione e non tutti si sentono in grado di esprimere una opinione divergente da quella del loro leader.

Nonostante queste difficoltà, l’adozione di un modello organizzativo aperto ha permesso a Var Group, come system integrator, di espandersi e di aumentare il proprio fatturato del 25%.

var group expo

Il “Modello Var Group”

Il Modello Var Group nasce dalla constatazione che Var Group non sta diventando un’azienda internazionale, ma di fatto ha sempre avuto una presenza internazionale. Il modello consiste nell’accompagnare una trasformazione digitale che, si è visto, porta all’opposto della globalizzazione. Var Group, fuori dai confini nazionali, punta a stabilire una presenza sul territorio per aiutare le aziende locali e facilitare le aziende italiane che vogliono arrivare su quel territorio. In questo modo si innescano dinamiche di collaborazione compatibili con il tessuto lavorativo locale.

Di questo argomento, piuttosto spinoso, ce ne ha parlato Alessandro Gencarelli, Head of sales and marketing di Var Group. Var Group, ci spiega Gencarelli, viene ingaggiata per essere di supporto alle trasformazioni anche a livello europeo. Quello che si è constatato negli anni è che l’esportazione del modello italiano così com’è non funziona. C’è bisogno del supporto delle aziende locali, che possono diventare un tramite per Var Group e i suoi Partner per entrare in contatto con il territorio.

L’obiettivo a 10 anni è quello di vedere Var Group come system integrator globale. Ciò vuol dire non avere delle sedi staccate ma una rete di realtà internazionali. Questo, seguendo il Modello Var Group.

Ad oggi, termina Gencarelli, i settori che si stanno rivelando più attivi sono quello del retail e del manifatturiero. Soprattutto, si percepisce una forte spinta verso la digitalizzazione dei processi e la riduzione di tempi e costi di produzione.

tavola rotonda var group

L’intelligenza artificiale come filo conduttore

Il fatto che l’AI sia la spinta dell’innovazione in molti campi, oggi non coglie di sorpresa più nessuno. Quello che ha colto positivamente di sorpresa noi è che un’azienda non di prodotto abbia fatto suo questo fenomeno fino al punto di dotarsi di un gruppo interno di ricerca e sviluppo sull’AI. Il responsabile di questo gruppo di lavoro, Marco Ferrando, ha parlato ai giornalisti in termini molto concreti. Non solo si AI ma anche di Data Science.

Per Var Group l’AI è il filo conduttore per tutto ciò che offrei ai clienti e sta cercando di applicarla a 360 gradi. Molti settori stanno già ottenendo dei benefici dalla sua applicazione. Vengono portati ad esempio, le vendite, il marketing e il supporto clienti. Il supporto clienti, in particolare, ha visto un aumento di produttività tra il 14 e il 35%.

La sicurezza sui tavoli strategici aziendali

Non è la prima volta che, sulle nostre pagine, parliamo di sicurezza informatica in questi termini. A ribadire il punto anche in questo contesto è stato Mirko Gatto, Head of digital security di Var Group.

Le motivazioni sono abbastanza chiare: con la situazione geopolitica attuale ci sono gruppi di hacker indipendenti che stanno attaccando infrastrutture critiche ad un ritmo crescente.

Per noi della cybersecurity i confini non esistono

Mirko Gatto, Head of digital security

La cybersecurity, anche secondo Gatto, deve sempre essere presente su tutti i tavoli di discussione. Perché nella pianificazione di un processo di trasformazione digitale deve essere parte del processo stesso e non una funzionalità che verrà aggiunta in un secondo momento. Per raggiungere il risultato, però, serve anche affrontare una questione di natura culturale. Molto spesso, infatti, le aziende faticano a percepire il valore di un investimento in termini di sicurezza.

Una grossa spinta, anche in ambito cybersecurity, è stata data dall’Intelligenza Artificiale, che ha permesso di ridurre i tempi di intervento automatizzando il lavoro ripetitivo mentre gli operatori si concentrano sulla parte di analisi. Di fatto, la enorme (e ancora in crescita) quantità di dati da analizzare non si può più trattare senza il supporto di una AI specializzata. Lavorando in questa direzione, infatti, Var Group ha proposto e implementato Egyda: una sua piattaforma per il rilevamento e reazione alle minacce di sicurezza. Egyda ha ridotto del 40% i tempi di analisi degli allarmi provenienti dal SOC (Security Operation Center) che tiene sotto controllo l’infrastruttura IT.

Sostenibilità, ma non solo per l’ambiente

Anche questo è un argomento che oggi non può più essere ignorato nei processi di rinnovamento. Perché, banalmente, la tecnologia non può slegarsi dal concetto di sostenibilità. Dell’approccio di Var Group ce ne ha parlato Francesca Tomassetti, Sustainability strategist.

In sintesi, non possiamo più fare gli stessi errori del passato; si pensi, ad esempio, alla rivoluzione industriale. Con un panorama IT in forte trasformazione, i system integrator come Var Group sono molto coinvolti su questa problematica.

Sostenibilità, però, per Var Group, è da intendersi in un senso anche più ambio. Tomassetti non ci parla solo di sostenibilità ambientale ma anche di sostenibilità lavorativa. Oggi, continuando il parallelo della rivoluzione industriale, la AI è fonte di preoccupazione per la perdita di posti di lavoro tanto quanto lo era la macchina a vapore a suo tempo. Questo vuol dire che le trasformazioni digitali, per essere sostenibili, devono essere accompagnate anche da nuove professionalità lavorative.

Purtroppo, per quanto ci ha raccontato Tomassetti, nell’azienda media non c’è una forte consapevolezza delle esigenze in termini di sostenibilità. Ogni azienda dovrebbe fare del suo meglio per individuare in che modo impatta l’ambiente e lavorarci sopra.

Appuntamento per il 2024

Var Group da appuntamento a tutti per la sua prossima convention a ottobre 2024, sempre al Palacongressi di Rimini. Nel frattempo, chi fosse interessato a saperne di più su Var Group, può consultare il suo sito web aziendale.

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Dario Maggiorini

Si occupa di tecnologia e di tutto quello che gira attorno al mondo dell'ICT da quando sa usare una tastiera. Ha un passato come sistemista e system integrator, si è dedicato per anni a fare ricerca nel mondo delle telecomunicazioni e oggi si interessa per lo più di scalabilità e sistemi distribuiti; soprattutto in ambito multimediale e per sistemi interattivi. Il pallino, però, è sempre lo stesso: fare e usare cose che siano di reale utilità per chi lavora nel settore.

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