L’azienda norvegese specializzata nel fotovoltaico domestico Otovo ha registrato vendite davvero da record ne primo trimestre del 2022. Oltre 2.500 progetti andati a buon fine, con una crescita annuale del +311%. Nell’arco dell’anno, sono oltre 10 mila gli impianti fotovoltaici installati.
Fotovoltaico domestico, Otovo aumenta le vendite
L’approvvigionamento energetico sicuro e sostenibile sta sempre di più avendo un ruolo centrale nelle discussioni. Soprattutto perché sia i governi che i cittadini europei stanno prendendo ancora più coscienza dell’importanza della sostenibilità e dell’indipendenza energetica.
Nonostante i problemi alla catena di approvvigionamento che quasi tutte le aziende stanno sentendo negli ultimi anni, Otovo ha in programma altri 3.500 impianti da installare. Il tutto attraverso la propria rete di installatori dislocati a livelli internazionale: parliamo di oltre 600 operatori.
I ricavi dell’azienda ammontano a 14 milioni di euro, rispetto ai quattro milioni del primo trimestre 2021. Gli utili lordi crescono di 2,6 milioni di euro (+460% anno su anno).
Inoltre, il 25% delle vendite complessive è fatto da impianti fotovoltaici associati a sistemi di accumulo. In Italia, il 69% dei pacchetti venduti ha anche l’accumulo, in Germania l’85% mentre in Spagna solo il 27%. Un dato in ascesa rispetto all’anno scorso, dove nel primo trimestre era al 12%.
Forte di questi numeri, Otovo vuole continuare a espandersi e nel corso dell’estate aprirà sede in Portogallo, Regno Unito e Austria. L’obiettivo è di arrivare entro la fine dell’anno in 13 Paesi.
Fabio Stefanini, General Manager di Otovo Italia, sottolinea: “Gli italiani stanno dimostrando di aver compreso le potenzialità dell’energia solare e dell’autoconsumo, come dimostra l’elevato tasso d’impianti venduti dotati di sistema di accumulo. E, grazie alle recenti semplificazioni della burocrazia per l’installazione dei pannelli solari introdotte dal governo mediante l’approvazione del decreto bollette,
riteniamo che aumenterà il numero delle abitazioni trasformate in ‘centrali diffuse’, capaci di generare elettricità pulita sui propri tetti, anche nei centri storici”.
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