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La fotografia dell’IoT nel 2022

La rivoluzione promessa non è arrivata, ma ci sono segnali di progresso importanti

L’Internet of Things è un concetto sulla bocca degli analisti e degli esperti di settore da anni, sempre più presente anche nel linguaggio di tutti i giorni. Ma la rivoluzione promessa resta ancora lontana, sebbene le proiezioni per il 2030 siano incoraggianti. Ma qual è la situazione odierna, la fotografia dell’IoT nel 2022?

La fotografia dell’IoT nel 2022

L’analista Steve Jennis racconta a CMSWire che secondo lui, imprenditore tech da 30, perché il sistema IoT sia completo serve che ogni macchina nella rete abbia lo stesso livello di comprensione. E non pensa che l’Internet delle Cose stia raggiungendo i risultati sperati. Gli analisti pensavano che bilioni di dispositivi sarebbero stati connessi entro il 2015. Nuove startup sarebbero diventate grandi come Microsoft. La mia delusione persone è che non ha mai raggiunto il massimo del potenziale perché non ha mai raggiunto l’adozione di massa”.

Secondo l’imprenditore il costo in termini di tempo, denaro e manutenzione di ogni macchina nel network rende poco conveniente investire, almeno fino ad oggi. Ma Jennis nota il progresso indiscutibile del settore.

Vince Bradley, CEO of Abundant IoT concorda sul fatto che ci vorrà ancora tempo per poter vedere il vero IoT. La pandemia ha rallentato la proliferazione di dispositivi IoT. I problemi alla supply chain sono stati un altro blocco”.

Ma la crescita resta. Ed è rapida. Statista ha contato 9,7 miliardi di dispositivi IoT nel 2020, che diventeranno 29 miliardi nel 2030. Ma dove sono gli oltre 10 miliardi di dispositivi sparsi nel mondo oggi?

internet of things iot fotografia 2022-min

Gli usi principali dell’IoT nel 2022

Sebbene i bilioni di piccoli computer sparsi nel mondo siano ancora un’utopia, di certo una delle caratteristiche previste anni fa per l’IoT è vera: è una tecnologia pervasiva. Tocca diverse industrie, in modi diversissimi fra loro, dalle piccole Partite Iva fino ai titani d’impresa.

Pensate a come stia cambiando il mercato turistico a tutti i livelli, con i proprietari di casa di AirBNB che possono cambiare da remoto le password dei lucchetti smart dove tengono le chiavi oppure controllare acqua e aria condizionata. Mentre i grandi centri turistici possono gestire in maniera minuziosa le proprie strutture con i giusti sensori.

Il settore dell’allevamento può gestire in maniera precisa (e remota) le temperature, l’umidità, la luce di aie, stalle e alveari: un cambio di passo trasversale su tutte le industrie del settore. Senza contare gli strumenti per il controllo dei parassiti, importantissimo anche nel settore agricolo.

I costi di manutenzione per il settore edilizio diminuiscono sia per i piccoli proprietari che per le agenzie più grandi con sistemi di sicurezza, di irrigazione e molto altro.

Nel 2022, la fotografia dell’IoT vede la manutenzione in senso lato come uno dei punti più importanti: dagli impianti idrici di un’intera città fino alle celle frigorifere di un grande magazzino. Predire i problemi se possibile e segnalarli prontamente riduce i costi di gestione in maniera significativa.

La rivoluzione dei sensori

Se la fotografia dell’IoT nel 2022 non riporta una rivoluzione nei numeri, sta sicuramente cambiando l’approccio alla gestione degli impianti e dei macchinari. Bradley spiega: “L’IoT può drasticamente migliorare l’abilità di vedere cosa sta succedendo alle ‘cose’ da remoto da una dashboard. Eliminando i costosi interventi umani o le ispezioni in luoghi remoti. I sensori possono monitorare e avvisare durante le ore notturne o nei weekend nel caso qualsiasi cosa stia andando male”.

Per un ristorante, se la cella frigorifera si rompe la domenica notte dopo la chiusura, c’è rischio di buttare via gli incassi nel fine settimana. Se una falla in una tubatura di un grande impianto idroelettrico non viene riparata in tempo, i danni possono essere disastrosi. A qualsiasi livello, avere sensori in grado di avvertire di un malfunzionamento, può fare la differenza.

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Anche in questo caso, tuttavia, bisogna parlare di costo-beneficio. Perché anche i sensori IoT hanno bisogno di installazione, manutenzione e gestione. Le condizioni atmosferiche, l’usura e il tempo sono nemiche dell’IoT come di qualsiasi macchinario. Stanno nascendo sempre più società specializzate nelle operazioni IoT (IoTOps), che tuttavia offrono un servizio non accessibile a tutte le aziende.

La fotografia dell’IoT nel 2022: una possibile accelerazione?

Con grande opportunità in diversi settori, ma costi in aumento e problematiche di installazione durante gli ultimi anni, l’IoT ha continuato a crescere a un ritmo sostenuto. Entro il 2030, il mercato dovrebbe valere fra i 5,5 e 12,6 bilioni secondo McKinsey & Company. Una forbice molto grande. Ma ciò che il report dell’agenzia evidenzia è come la crescita in questi anni sia stata rapida soprattutto in casa.

Dal punto di vista consumer, abbiamo iniziato a vedere la smart home come una normalità. Con i sensori che stanno entrando in ogni elettrodomestico, in ogni stanza. Secondo McKinsey & Co, presto questo passaggio avverrà anche negli uffici e nelle fabbriche. E non solo. Sembra infatti che solamente nel settore automotive potremmo vedere un impatto da 0,4 a 0,6 bilioni entro il 2030.

Ma i problemi di costi, sicurezza e interoperabilità hanno creato quello che gli esperti chiamano il “purgatorio del pilota”: il 70% delle aziende resta fermo alla fase di progetto pilota, perché non i fondi o le possibilità per un’implementazione completa.

Secondo Jennis il problema è che “le persone sono più intelligenti delle macchine. L’IoT richiede più sforzi per far comunicare sensori e computer rispetto all’internet delle persone. Specie se sono di due produttori diversi”.

Iniziative come lo standard Matter stanno cambiando le cose all’interno della smart home. Ma pensare a standard industriali per l’IoT, a interconnettività completa, al momento sembra ancora un panorama distante. Nonostante le iniziative in questo senso si stiano moltiplicando: il cammino è iniziato ma la strada è ancora lunga.

Ci sono quindi ancora problemi economici e di gestione che l’IoT deve superare. Ma le potenzialità e le funzioni stanno continuando a crescere. E a convincere nuove aziende a investire.

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Source
CMSWire

Stefano Regazzi

Il battere sulla tastiera è la mia musica preferita. Nel senso che adoro scrivere, non perché ho una playlist su Spotify intitolata "Rumori da laptop": amo la tecnologia, ma non fino a quel punto! Lettore accanito, nerd da prima che andasse di moda.

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