Con la pandemia di Covid-19 è aumentato e di molto il numero di lavoratori che sono state costrette a continuare le loro mansioni da casa. A quasi nove mesi da quando molti sono passati al lavoro da remoto, la ricerca commissionata da Fiverr Workforce Sentiment Survey che fa luce sul livello di soddisfazione generale, le opportunità e l’impatto che il lavoro da remoto a lungo termine hanno avuto su coloro che hanno lavorato o lavorano tutt’ora da casa in Italia, siano essi lavoratori dipendenti o autonomi.
Fiverr Workforce Sentiment Survey: lavoratori più soddisfatti rispetto agli inizi
Secondo i dati raccolti nella Fiverr Workforce Sentiment Survey la maggioranza dei lavoratori dipendenti intervistati in Italia (95%) ha lavorato da casa nel corso degli ultimi 8 mesi e, in generale, il livello di soddisfazione è aumentato da quando i rispondenti alla survey hanno iniziato a lavorare da casa. Infatti, oltre 3 dipendenti su 5 (63%) si sono dichiarati soddisfatti della propria modalità di lavoro da remoto quando hanno iniziato a lavorare per la prima volta, percentuale che ha raggiunto i due terzi (66%) nell’ultimo mese. Questi dati potrebbe essere legato all’acquisto di attrezzature per lavorare da casa in una situazione di comfort: oltre la metà dei dipendenti intervistati (51%) ha dichiarato infatti di aver investito di tasca propria in media €130 nel corso del 2020.
Le sfide del lavoro da remoto
Le principali sfide i lavoratori da remoto italiani si sono trovati ad affrontare o affrontano tutt’ora mentre lavorano da casa sono: in primis il riuscire a stabilire un confine ben definito tra vita lavorativa e vita domestica (35%). Anche l’essere in grado di collaborare in maniera efficiente con i propri colleghi (23%) rappresenta una sfida importante, così come l’avere accesso a una buona connessione Internet (22%). Sebbene la connettività Internet rientri tra le tre principali sfide, nel complesso, le sfide elencate sembrano essere più incentrate sull’adattamento a nuovi schemi sociali e su cambiamenti di mentalità piuttosto che sulla “logistica” fisica.
Se si analizza invece ciò che secondo i dipendenti è importante per lavorare da casa, poco più di un terzo degli intervistati (34%) ha affermato che un ambiente della casa strettamente dedicato all’attività lavorativa è uno degli aspetti più importanti mentre si lavora da remoto e più di un quarto (27%) ha dichiarato che strutturazione del lavoro e pause ben definite rappresentano aspetti altrettanto fondamentali. Inoltre, quasi un quinto dei dipendenti intervistati (19%) ha affermato che uno degli aspetti più importanti mentre si lavora da casa sono le riunioni periodiche di aggiornamento, mentre il 18% ha affermato che l’empatia del datore di lavoro per il proprio lavoro e le esigenze personali è stato uno degli aspetti più importanti mentre si ha lavorato da casa.
Ma i datori di lavoro quanto sono pronti a questi cambiamenti?
Tre lavoratori su 10 (30%) hanno affermato che il proprio datore di lavoro si è rivelato impreparato nel sostenere lo sviluppo personale dei dipendenti (ad esempio, garantendo ai team l’accesso alla formazione e illustrando chiari percorsi di carriera) nel 2020, mentre poco meno di 3 su 10 (29%) ha definito il proprio datore di lavoro impreparato per ciò che concerne i cambiamenti culturali (ad esempio, il cambiamento nella “cultura aziendale” quando si è passati al lavoro da remoto) nel 2020. Oltre un quarto dei dipendenti full-time o part-time intervistati (28%) ha affermato che il proprio datore di lavoro si è dimostrato impreparato anche ai cambiamenti economici (ad esempio, l’impatto sul calo delle entrate) e la stessa percentuale ha affermato che il proprio datore di lavoro si è dimostrato impreparato ai cambiamenti di produttività (ad esempio, mantenendo lo stesso numero di individui all’interno di un team nonostante quantità e modalità delle attività lavorative siano cambiate).
Cosa desiderano i lavoratori dipendenti per il 2021
Una volta archiviato questo anno fuori dall’ordinario, i lavoratori dipendenti intervistati hanno le idee ben chiare per il 2021: i cinque cambiamenti principali che vorrebbero veder realizzare per ciò che riguarda il proprio lavoro sono: una maggiore soddisfazione sul lavoro (39%), più riconoscimento (29%), orario e settimane lavorative più flessibili (26%), una promozione (24%) e più esperienza in nuovi settori (20%).
Dal posto fisso a freelance
Un terzo dei dipendenti intervistati (33%) si è dichiarato più propenso a intraprendere (più) lavori da freelance nel 2021. Inoltre, quasi 2 dipendenti su 5 (38%) concordano sul fatto che lavorare da casa gli ha permesso di capire che la carriera da freelance potrebbe essere un’opzione plausibile.
Esaminando le potenziali barriere che i lavoratori dipendenti sia full-time che part-time devono affrontare per il lavoro da freelance, quasi la metà (48%) ha evidenziato una preoccupazione nel riuscire a ottenere un lavoro, mentre il 38% ha affermato di essere preoccupato per l’organizzazione delle attività di marketing. Sembra quindi che l’apertura che i lavoratori dipendenti hanno nei confronti del lavoro da freelance superi le preoccupazioni.
Qualcosa è cambiato anche per i freelance
Analizzando come il lavoro da casa ha avuto un impatto specifico sui freelance, 3 freelance su su 10 (30%) concordano sul fatto che lavorare da casa abbia permesso loro di intraprendere più lavori. Inoltre, oltre un terzo dei liberi professionisti intervistati (34%) concorda sul fatto che lavorare da casa li abbia resi più produttivi. In generale i dati evidenziano dunque che nel 2021 il lavoro da freelance potrebbe diventare un’opzione plausibile per molti dipendenti.
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