Poly ha presentato un nuovo rapporto che analizza l’evoluzione del luogo di lavoro e come sono cambiati gli atteggiamenti dei dipendenti rispetto al modello di lavoro tradizionale con un orario da ufficio.
Il rapporto di Poly è il risultato di un sondaggio su un panel di 7.261 lavoratori ibridi del Regno Unito, Francia, Germania, Spagna, Svezia, Polonia ed Emirati Arabi Uniti. Lo scopo è quello di esaminare come sono cambiati gli atteggiamenti e i comportamenti delle imprese e dei lavoratori. È stata prestata particolare attenzione a parametri come i modelli di lavoro e la cultura, la frustrazione, il rumore e le regole d’etichetta.
Il rapporto di Poly sull’evoluzione del luogo di lavoro
“Quasi due terzi dei lavoratori ibridi (64%) credono che la cultura dell’ufficio sia cambiata per sempre.” risalta Dave Shull, presidente e amministratore delegato di Poly. “Poly sta aiutando i propri clienti ad affrontare questo cambiamento, consentendo loro di creare esperienze più equilibrate e su misura per tutti i dipendenti, indipendentemente da dove decidano di lavorare.”
“La nostra ricerca ha rilevato che il 58% dei dipendenti ritiene che l’aumento del lavoro da remoto abbia sviluppato la percezione del dover essere “sempre attivi” e disponibili. Creando difficoltà per potersi rilassarsi e “staccare completamente la spina”.” aggiunge Paul Clark, vicepresidente senior dell’area vendite della regione EMEA di Poly.
E aggiunge: “Sebbene molti professionisti evidenziano i benefici del lavoro ibrido altri si sentono un po’ isolati e disconnessi. Non a caso il 52% pensa che chi lavora in modo ibrido o da remoto potrebbe essere discriminato o trattato in modo diverso da chi ha deciso di tornare in ufficio a tempo pieno.
Allo stesso modo, alcune persone sono preoccupate per il ritorno in azienda e il 42% ammette di essere diventato più sensibile al rumore. Sono soprattutto i più giovani quelli più preoccupati per il ritorno alla normalità. In questa fascia d’età, infatti, il 62% riferisce di non essere mai andato in ufficio e il 72% afferma che l’idea di doverci andare crea agitazione. Per tanto, le aziende devono continuare a mettere i loro dipendenti al centro delle loro politiche corporative. E fornire loro gli strumenti necessari per svolgere il loro lavoro in modo efficiente in questo nuovo contesto”.
Evoluzione del luogo di lavoro: essere flessibile non significa lavorare sempre
La ricerca evidenzia che il lavoro ibrido è destinato a restare. L’82% degli intervistati afferma che gli piacerebbe poter lavorare almeno un giorno alla settimana da casa; mentre il il 54% sostiene che vorrebbe poter ripartire più equamente il tempo che passa in ufficio con quello in cui si collega da remoto.
Sicuramente una delle tendenze frutto di questa trasformazione è l’emergere del concetto di flessibilità della maniera di lavorare. Questo permette ai dipendenti di essere più autonomi per quanto riguarda la gestione dei loro compiti. Non a caso oltre due terzi dei dipendenti (69%) hanno affermato che l’orario d’ufficio tradizionale, dalle 9 alle 17, è stato sostituito da una percezione molto più flessibile del lavoro.
Proprio per questo alla domanda relativa ai benefici del lavoro da casa, le tre risposte principali sono state la possibilità di evitare lunghi spostamenti; il migliore equilibrio tra lavoro e vita privata e la riduzione dello stress. Allo stesso modo, rispetto alla domanda su che cosa rimpiangono del lavoro da casa ora che si torna alla normalità, molti hanno evidenziato la possibilità riposarsi un po’ di più; di passare più tempo con la famiglia e di poter finire di lavorare all’ora prevista.
Un cambiamento non semplice
Tuttavia, anche se molti lavoratori hanno risaltato i benefici del lavoro da remoto, il cambiamento non è stato facile per tutti. Preoccupa in particolare la sottile linea che separa il lavoro flessibile dall’essere sempre attivi. Più della metà dei lavoratori (58%) ritiene che l’aumento del lavoro da remoto si confonda con il rimanere costantemente connessi, creando situazioni in cui si è incapaci di “staccare” veramente e rilassarsi. Non si tratta solo di una percezione personale. Infatti anche il secondo maggiore inconveniente rilevato è dato dalle aspettative di disponibilità ad ogni ora che il lavoro da remoto può generare, mentre il terzo punto è la mancanza dei momenti di svago con i colleghi. I risultati mostrano anche che:
- La difficoltà di collaborazione, la mancanza di assistenza informatica e di soluzioni tecnologiche appropriate per il lavoro da casa sono state elencate tra i primi cinque svantaggi del lavoro da remoto. Evidenziano che a molti dipendenti non sono stati forniti gli strumenti necessari per poter svolgere in maniera agile i propri compiti ovunque si trovino.
- Quasi la metà dei soggetti intervistati (47%) ha detto di essere preoccupata perché lavorare da remoto limita le possibilità di imparare dai colleghi.
- Un 52% pensa che i lavoratori ibridi o da remoto potrebbero essere discriminati o trattati diversamente rispetto a chi torna in ufficio a tempo pieno.
Il futuro ruolo dell’ufficio e l’aumento della “rabbia da rumore”
La ricerca suggerisce che ci sono sentimenti molto contrastanti rispetto al ritorno in ufficio. Mentre molti hanno sentito la mancanza dello spirito di squadra e delle possibilità che offre l’ufficio di vedere colleghi e clienti; altri sono più ansiosi per quanto riguarda il ritono e temono che la loro performance ne risenta. Ciò che è evidente è che quasi tutti sono convinti che i cambiamenti frutto della pandemia sono venuti per rimanere e un 64% dei lavoratori afferma che la cultura dell’ufficio è cambiata per sempre.
Il sondaggio sull’evoluzione del luogo di lavoro evidenzia che il rumore sarà un punto particolarmente importante per i lavoratori che ritornano in azienda e potrebbe generare attrito tra i dipendenti. Infatti:
- Il 56% ha affermato di essere preoccupato per il fatto che i livelli di rumore in ufficio possano ridurre la produttività.
- Il 42% teme di essere incline alla misofonia, cioè ad arrabbiarsi se i colleghi sono troppo rumorosi.
- Il 60% pensa che sarà più suscettibile nei confronti dei colleghi che fanno rumore e gli impediscono di concentrarsi.
- Il 40% teme che sarà più incline ad arrabbiarsi in ufficio, soprattutto perché non si può più usare il mute e spegnere il video quando ci si innervosisce.
- Alcuni non vedono l’ora di tornare in ufficio, perché affermano che il rumore che hanno in casa li distrae eccessivamente (34%).
I risultati evidenziano anche come sta cambiando il ruolo dell’ufficio. Alla domanda sulla funzione di questo spazio nel futuro, i risultati evidenziano la praticità e la possibilità di svolgere meglio alcuni compiti. Infatti, le tre principali ragioni per cui si considera importante tornare in azienda sono le possibilità che offre per il brainstorming e la collaborazione; la partecipazione alle riunioni e l’accesso a strumenti e tecnologie migliori.
L’impatto sui giovani e le loro carriere future
I risultati sull’evoluzione del luogo di lavoro evidenziano l’impatto che il lavoro da remoto ha avuto sui giovani lavoratori e come le loro carriere potrebbero essere in pericolo. Due quinti degli intervistati non sono mai andati in azienda da quando sono stati assunti, una cifra che tocca il 62% tra coloro che hanno dai 18 ai 24 anni. Il 72% ha detto che il pensiero di andarci per la per la prima volta li preoccupa, e la necessità di doversi concentrare in spazi rumorosi, li innervosisce.
I dipendenti più giovani sono anche preoccupati per l’impatto del lavoro a distanza sulle loro capacità di mettersi in relazione e comunicare con i colleghi. E molti temono che questo possa incidere sulle loro possibilità di fare carriera:
- Il 52% dei lavoratori della fascia fino ai 24 anni teme che lavorare a distanza possa avere un impatto negativo sul loro sviluppo professionale e sull’avanzamento di carriera, rispetto alla media del 43%.
- Il 53% dei giovani tra i 18 e i 24 anni teme che il lavoro a distanza li abbia resi meno sicuri delle loro capacità di comunicare e lavorare con i colleghi in modo efficace, rispetto alla media del 42%.
- Il 50% dei giovani lavoratori teme di aver perso la capacità di relazionarsi con i colleghi, rispetto alla media del 39%.
I consigli di Poly
Sulla base di questi risultati, Poly raccomanda alle aziende di pensare attentamente a come gestire qualsiasi transizione futura verso lavoro ibrido ed in particolare offre alcuni consigli:
- Analizzare i differenti profili degli impiegati per capire veramente i tipi di personalità e le preferenze per quanto riguarda gli stili di lavoro all’interno della azienda. In questo modo tutti possono dare il massimo ovunque si colleghino.
- Dotare tutti i dipendenti degli strumenti giusti per lavorare sia in ufficio che da remoto. È evidente che il video è diventato il modo in cui ci si collega, ma la qualità e l’esperienza che offre possono marcare la differenza.
- Modernizzare gli spazi di riunione degli uffici. Così non ci saranno differenze in termini di connessione e collaborazione indipendentemente da dove si collega ogni partecipante.
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