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Soluzioni edge-based contro gli attacchi DDoS, l’analisi di Edgio

Sempre più attacchi di Distributed Denial of Service: come proteggersi

L’anno scorso ha visto ancora una volta la crescita degli attacchi informatici. In particolare, abbiamo assistito alla crescita degli attacchi Distributed Denial of Service (DDoS): Edgio ci spiega che le soluzioni edge-based potrebbero fare la differenza.

Edgio: gli attacchi DDoS e le soluzioni edge-based

Come potete leggere nel più recente report Enisa, gli attacchi DDoS stanno diventando più grandi e complessi. Non solo restano preoccupanti nell’ambito reti mobili e IoT, ma hanno un ruolo da protagonista negli eventi di cyberwarfare. Tanto che, secondo il Verizon DBIR (Data Breach Investigations Report) del 2022, rappresentano addirittura il 46% dei cyberattacchi.

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Questo tipo di attacco prende di mira in particolar modo le applicazioni e i server web, interrompendo o sfasando le operazioni aziendali e provocando in tal modo danni considerevoli. Gartner stima addirittura i costi di un downtime dovuto ad attacchi DDoS a 300.000 dollari l’ora, tanto che un incidente costa in media fino a 4,42 milioni di dollari a incidente.

Ma il pericolo è un altro. Come ci spiega Paul McNamara, Senior Solutions Engineer di Edgio, “al di là dell’impatto finanziario, la fiducia dei clienti nei confronti di un brand è la vera posta in gioco di questi attacchi informatici. Infatti, il 31% dei consumatori ha interrotto il rapporto con un’azienda a seguito di una violazione di sicurezza“.

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Nel caso delle istituzioni il danno potrebbe risultare ancora più enorme. Pensate al recente attacco negli Stati Uniti contro gli aereoporti, che con tecniche DDoS ha messo a terra diversi voli, con danni all’economia difficili da valutare (anche se i disagi sono evidenti anche solo guardando i social).

Dove si trovano le vulnerabilità

Le aziende devono proteggersi dagli attacchi sia a livello di rete che di applicazioni, dovendo schivare diversi vettori d’attacco. Stando al DBIR di Verizon, uno dei principali è l’attacco alle applicazioni web di base, quindi le aziende possono anche difendersi tramite una soluzione WAF (Web Application Firewall).

McNamara spiega: “In quest’ottica l’App Security Benchmark Report di Edgio, provider di soluzioni software edge-enabled che garantisce la fruizione integrata e sicura di prodotti e servizi digitali, riporta che in questo modo le organizzazioni possono rilevare e contenere una violazione, in media, 77 giorni prima“.

Ma l’evoluzione delle architetture di rete fa sì che le aziende debbano proteggere anche i server di origine, dove memorizzano la pagina web originale. Uno dei compiti del Content Delivery Network (CDN) è quello di memorizzare copie delle pagine web sui server edge, per consentire perfomance più rapide alle aziende. Sebbene il CDN nasconda l’IP di origine, i criminali informatici come Killnet riescono a scovare le informazioni e attaccare questa falla.

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Soluzioni per la sicurezza delle applicazioni e di scrubbing DDoS possono aiutare a limitare i problemi, identificando il traffico dannoso e reindirizzandolo lontano dai sistemi vitalie.

Trovare soluzioni edge-based

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Questa strategia olistica di protezione, tuttavia, non basta a contenere la continua evoluzione degli attacchi DDoS secondo Edgio. Infatti, le organizzazioni “dovrebbero adottare una piattaforma di sicurezza scalabile e olistica e proteggere la rete, le applicazioni e i server d’origine utilizzando una soluzione di protezione DDoS edge-based“, spiega McNamara.

Per difendere gli attacchi direct-to-origin, inoltre, una soluzione di scrubbing DDoS e un centro operativo di sicurezza possono migliorare la reattività della risposta.

Eliminare il rischio di attacchi non è possibile, non completamente. Ma con le giusti soluzioni, potete ridurlo e assicurare che la vostra azienda resti operativi e risponda prontamente alle minaccce. Trovate maggiori informazioni sul sito di Edgio.

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Stefano Regazzi

Il battere sulla tastiera è la mia musica preferita. Nel senso che adoro scrivere, non perché ho una playlist su Spotify intitolata "Rumori da laptop": amo la tecnologia, ma non fino a quel punto! Lettore accanito, nerd da prima che andasse di moda.

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