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Unit 42: Dropbox e Google Cloud nel mirino degli hacker russi

Ecco quanto riporta Unit 42 di Palo Alto Networks

Unit 42 di Palo Alto Networks ha scoperto che le ultime due campagne degli hacker russi di Cloaked Ursa (noti anche come APT 29 / Nobelium / Cozy Bear) hanno preso di mira Google Cloud e Dropbox. Servizi utilizzati da milioni di clienti in tutto il mondo, che rendono questi attacchi ancora più preoccupanti.

Dropbox e Google Cloud nel mirino degli hacker russi, l’analisi di Unit 42

Gli esperti di cybersecurity considerano da diverso tempo il gruppo Cloaked Ursa come vicino al governo russo. Le prime prove di questa affiliazione risalgono alle campagne malware lanciate in Cecenia e altri Paesi ex-sovietici già nel 2008. Negli ultimi anni il gruppo è stato collegato agli attacchi al Comitato nazionale democratico (DNC) degli Stati Uniti nel 2016 e al caso SolarWinds nel 2020. Sia i servizi segreti americani che UK lo hanno ricondotto pubblicamente all’SVR, i servizi esteri russi.

Tra il maggio e il giugno 2022 il gruppo ha attaccato obiettivi diplomatici. Dapprima un’ambasciata straniera in Portogallo e poi un’altra in Brasile. In entrambi i casi hanno utilizzano dei documenti phishing con un link HTML dannoso (EnvyScout). Il link faceva da tramite per scaricare diversi altri file dannosi, compreso il payload Cobalt Strike.

dropbox google cloud hacker russi unit 42-min

Da maggio Cloaked Ursa ha iniziato a utilizzare servizi di archiviazione online come mezzi per distribuire file dannosi. Le due più recenti campagne, analizzate da Unit 42 di Palo Alto Networks, hanno preso di mira Dropbox e Google Drive. Una nuova tattica che svela il grado di sofisticazione e la capacità di offuscare la distribuzione. Utilizzando due servizi praticamente onnipresenti negli uffici di tutto il mondo.

Diventa quindi fondamentale che i CIO spingano le aziende a rivedere e irrobustire le politiche di gestione della posta elettronica e dei servizi cloud. Questa minaccia rischierebbe altrimenti di diffondersi incontrastata.

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Stefano Regazzi

Il battere sulla tastiera è la mia musica preferita. Nel senso che adoro scrivere, non perché ho una playlist su Spotify intitolata "Rumori da laptop": amo la tecnologia, ma non fino a quel punto! Lettore accanito, nerd da prima che andasse di moda.

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