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L’Azienda Gentile, alcuni spunti dal libro di Walter Ruffinoni di NTT Data

L'Amministratore Delegato analizza l'oggi per guardare al domani

Il mondo del lavoro sta cambiando. Qualcuno semplifica la questione, sicuro che si tratti di uno sbandamento pandemico che presto tornerà sui binari di un tempo. Ma molti altri, come l‘Amministratore Delegato di NTT Data Walter Ruffinoni, sanno che questa rivoluzione delle aziende e della cultura lavorativa non nasce in risposta a un’emergenza. È un cambiamento radicale quanto necessario, che bisogna affrontare con lungimiranza affinché le aziende possano restare competitive e attrattive sul mercato. Nel suo nuovo libro “L’Azienda Gentile. Come bellezza, gioia e benessere plasmeranno le imprese del futuro”, Ruffinoni analizza le condizioni che hanno reso questo cambiamento inevitabile. E offre alcune prospettive su come possa migliorare la vita nelle aziende che sanno che gentilizza e produttività non sono in contrapposizione. Anzi, possono diventare un binomio vincente.

L’Azienda Gentile, spunti dal libro di Walter Ruffinoni di NTT Data

Il saggio, edito da Mondadori Electa, muove i primi passi dalla definizione del contesto aziendale al giorno d’oggi, specie dopo gli smottamenti enormi della pandemia di Covid-19. Ma Ruffinoni nel primo capitolo della sua nuova opera (nel 2017 ha scritto Il Codice del Futuro e nel 2020 ha pubblicato Italia 5.0) fa un ottimo lavoro nel sottolineare che alcune delle questioni più spinose nascono ben prima dei lock-down. Che pure hanno fatto da catalizzatori del cambiamento.

La carenza di competenze, che definisce un “incubo per i datori di lavoro”, non nasce dalle paure per i virus o per la guerra in Ucraina. Dipende principalmente dal fatto che in un mondo sempre più digitale e interconnesso, le aziende cercano dipendenti al tempo stesso specializzati nel proprio ambito e che presentino un mix di skill, hard e soft, molto più ricco del passato. La mancanza culturale rappresenta la causa della mancata adozione di nuove tecnologie in un caso su due. Questo in un Paese come l’Italia che resta all’ultimo posto in UE per iscritti a corsi ICT: 0,7 ogni mille abitanti, contro i 5,3 della Finlandia.

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L’analisi di Ruffinoni tocca anche i temi molto discussi, ma poco compresi dello scarso coinvolgimento dei lavoratori e della Great Renegotiation. Con lavoratori, specie i più giovani, che non hanno paura di prendere posizioni forti per rinegoziare il bilancio fra lavoro e vita privata.

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Inoltre, sottolinea come il lavoratore più ricercato sia quello capace di continuamente perfezionare e rinnovare le proprie conoscenze e capacità. In questo modo, può diventare un valore importante per l’azienda. Che deve però rispondere a queste esigenze. Un tipo di “arricchimento” che non prevede solo un aumento di stipendio, ma il guidare i talenti in una formazione continua. Che richiedono a gran voce.

Fra lavoro ibrido, burnout, licenziamenti e carenza di risorse

Ruffinoni utilizza dovizia di particolari nell’analisi della situazione del mondo del lavoro durante la pandemia. Ma non dimentica mai di trovare informazioni e spunti anche sull’aspetto più umano del lavoro.

Parlando del lavoro ibrido, quindi, non parla solo di numeri ma anche di valori. Parla di fiducia, una dote fondamentale per un dirigente che vuole innovare il modo di lavorare. Ma senza dimenticare il valore generativo di vedersi faccia a faccia con i colleghi per la cretività e la cultura aziendale. Senza confondere lo smart working con l’home working: il lavoro non diventa intelligente solo perché lo si fa da casa.

L’AD di NTT Italia sottolinea inoltre i dati preoccupanti sul burnout e sull’impatto che ha non solo sulle persone, ma anche sulle aziende. E come i licenziamenti di massa abbiano un impatto enorme sul benessere anche di chi rimane in azienda. Oltre che sull’immagine della società: mai come oggi le aziende sono sotto i riflettori.

Come rendere l’azienda gentile

Lavoratori sfiduciati, crisi di talenti, cattivi segnali economici. Il cambiamento verso L’Azienda Gentile del titolo di questo volume non nasce per un’emergenza o per un qualche “buonismo” che va di moda: cambiare serve. Ruffinoni cita nel suo libro una frase di protesta che recita: Non torneremo alla normalità, perché la normalità era il problema”.

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Partendo da questo presupposto spiega che i dirigenti hanno la necessità di creare il miglior posto dove lavorare. Che non significa solo belle sedi e buoni stipendi – che pure sono fondamentali – ma una azienda che tenga conto dell’ikigai, un termine giapponese che indica la “ragione di vita”. I dipendenti devono essere lieti di andare al lavoro perché nell’azienda rispecchiano i propri valori.

Ruffinoni spiega che questo approccio ha precursori storici in tutto il mondo. Cita l’esperienza italiana di Olivetti accanto ai guru della Silicon Valley, cogliendo spunti interessanti pur riconoscenendo i limiti. Ma sottolinea anche un approccio più teorico, parlando di leadership di servizi e di Fiducia Intelligente. Fino a riprendere il concetto di Capitalismo Consapevole, dove i dipendenti percepiscono un’azienda che si occupi di loro.

Come cambia il mondo del lavoro

Ne L’Azienda Gentile, Ruffinoni semina spunti su cui riflettere come lavoratori, dirigenti e anche cittadini. Dall’analisi del valore della scuola e della fuga dei cervelli, passando per un’analisi della Generazione Z. Senza dimenticare di portare esempi concreti, come un’interessante disamina del caso delle dimissioni di Susan Wojcicki, la “Miss YouTube” che ha stupito moltissimi commentatori.

Partendo da questi presupposti, parla di come lavorare su “testa, cuore e muscoli” per arrivare a formare dei Leader Generativi. Fornendo linee guida che non possono che essere teoriche, ma che abbiamo trovato concrete e applicabili direttamente. Lo stesso vale per il discorso sull’ufficio del Terzo Millennio, che non fa da celebrazione alle nuove sedi di NTT Data Italia, ma invece propone spunti applicabili da tutti. Dalla “soglia dei 30 minuti” alle “palestre relazionali”, per attrarre e mantenere i talenti migliori.

Arrivando infine a definire direzioni ambiziose ma concrete su come guidare lo sviluppo dei talenti in azienda (ma anche a scuola) e di come fare in modo che le buone intenzioni dei dirigenti dell’azienda gentile vadano oltre i confini aziendali. Creando reti, fissandosi obiettivi dall’impatto sulla Società con la S maiuscola.

L’Azienda Gentile di Walter Ruffinoni ci ha fatto pensare molto, rimuginando sopra i punti toccati dall’Amministratore Delegato di NTT Data. Sebbene non possiamo dirci d’accordo su tutte le conclusioni (e interpretiamo in maniera diversa alcuni degli esempi di leader generativi e aziende gentili presentate), pensiamo che assolva appieno al suo scopo. Quello di fare riflettere sull’attuale rivoluzione del mondo del lavoro e fornire chiavi di interpretazione e prospettive. Che non bisogna assimilare, ma discutere e analizzare, per poi adattare una visione informata alla propria realtà aziendale.

Il tutto con il giusto bilanciamento fra dati e ispirazione, con uno stile chiaro che non ricade mai nell’eccessivamente tecnico. Forse sotto l’ombrellone preferirete un romanzo, ma nel volo/treno di ritorno dalle vacanze potrebbe essere una lettura che dà spunti importanti per guardare al presente e al futuro del mondo del lavoro.

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Stefano Regazzi

Il battere sulla tastiera è la mia musica preferita. Nel senso che adoro scrivere, non perché ho una playlist su Spotify intitolata "Rumori da laptop": amo la tecnologia, ma non fino a quel punto! Lettore accanito, nerd da prima che andasse di moda.

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