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Donne imprenditrici in aumento, anche per mancanza di promozioni interne

I nuovi dati LinkedIn mostrano l'aumento delle "imprenditrici per necessità"

Le donne imprenditrici crescono, ma spesso come reazione a un ambiente del lavoro dove non sono premiate e come risposta alla pandemia. Questi i dati che emergono dai dati pubblicati da LinkedIn nel Global Gender Gap Report 2022 del World Economic Forum. Le donne fondano aziende e startup a un ritmo più rapido, ma nel nostro Paese occupano solo il 32% delle posizioni di leadership.

Cresce il numero di donne imprenditrici, ma il Gender Gap resta elevato

LinkedIn ha pubblicato il Report WEF sul Gender Gap 2022, che mostra alcuni dati molto positivi, ma che perdono parte dell’entusiasmo quando contestualizzati. Infatti, la crescita esponenziale di donne imprenditrici durante la pandemia non mostra tanto un contesto migliorato, quando una più marcata intraprendenza delle dipendenti nel prendere la propria carriera in mano. Perché trovano poche strade per avanzarla all’interno dell’azienda per cui lavorano.

Donne imprenditrici in aumento

Nel corso del 2020 le donne hanno fondato aziende a un ritmo decisamente aumentato. La pandemia ha fatto accelerare la crescita delle donne imprenditrici del 62%, contro il 27% degli uomini. Ma questo dipendente anche della maggior “esposizione” durante la pandemia delle donne. In media infatti occupavano più spesso posti nel settore dei servizi, dal commercio al dettaglio fino all’ospitalità, settori maggiormente colpiti dai lockdown. Inoltre molte donne hanno rivestito anche il compito del caregiving dei figli a casa da scuola o di parenti anziani, costringendole a cercare maggior flessibilità di quella offerta sul lavoro.

La pandemia ha inoltre creato nuove opportunità di business, digitalizzando interi settori. Questo ha ridotto di costi di avviamento di alcune attività, per esempio evitando il costo di uffici fisici.

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Fra i settori in maggior aumento ci sono quello della finanza, del commercio al dettaglio e dell’istruzione, che hanno visto il numero di donne imprenditrici aumentare del 2,5 (finanza), 2.4 (commercio) e 2,3 (istruzione) le percentuali dal 2016 al 2021. In Portogallo l’aumento in questi settori è di quattro volte tanto, in Belgio di tre.

Ma resta l’allarmante dato della sotto-rappresentazione delle donne in ruoli dirigenziali. La mancanza di promozioni interne incentiva le imprenditrici, ma non certo in maniera virtuosa.

I dirigenti uomini ricevono promozioni più facilmente

I dati di LinkedIn sul Gender Gap 2022 evidenziano come le donne continuino a non aver abbastanza spazio nella dirigenza delle aziende. Nella maggior parte dei Paesi, solo un terzo dei dirigenti è donna. E c’è differenza anche per la seniority. In particolare in Italia la metà delle donne dirigenti sono entry level nel 50%, solo un terzo ha ruoli manageriali (35%) e un quarto (26%9 ricopre ruoli nella C-Suite.

Impressionante in negativo il ruolo che gioca il gender gap nelle promozioni. Infatti gli uomini hanno il 33% di possibilità in più di ricevere promozioni interne per ruoli di leadership. Un dato che in Italia quasi raddoppia al 63%.

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Affari foto creata da ijeab – it.freepik.com

Non c’è da stupirsi quindi che i talenti femminili abbiano cercato a proprio rischio di crearsi con una propria attività lo spazio che nell’azienda non trovavano. In molti casi hanno fatto da “imprenditrici di necessità”, che hanno creato le opportunità di lavoro che non trovavano nell’impresa in cui erano.

Lo riassume bene Sue Duke, Head of Global Public Policy di LinkedIn, che spiega: “La pandemia ha colpito le donne lavoratrici più duramente degli uomini, in quanto i ruoli tradizionali di genere hanno prevalso
e i settori dominati dalle donne hanno sopportato il peso dei lockdown. La grave mancanza di donne in posizioni di leadership continua a essere un problema reale, eppure i dati mostrano che i colleghi maschi hanno molte più probabilità di essere promossi a ruoli di leadership
“.

Servono azioni mirate (e più flessibilità)

I dati di LinkedIn mostrano come sia necessaria un’azione mirata per rendere i luoghi di lavoro più equi. Bisogna concentrarsi su pratiche di assunzione e di mobilità interna più eque ed inclusive. Servono passi concreti per rimuovere i bias dalle job description, creare liste di candidati rappresentative e includere le donne nelle commissioni di selezione. Inoltre, occorre incentivare programmi di mentoring e formazioni mirati per donne che lavorano in posizioni pre-manager e maggior consapevolezza negli hiring manager e in chi organizza i colloqui.

Importante anche il ruolo della flessibilità, con le donne che hanno il 24% di probabilità in più degli uomini di candidarsi per ruoli a distanza. Normalizzare il lavoro flessibile permetterà quindi di attrarre un pool di candidati diversi, fra cui anche diversi talenti femminili.

Infine, per approfondire potete trovare dei contenuti di LinkedIn sul Gender Gap, oltre che corsi gratuiti disponibili fino al 23 agosto 2022 su Gender in Negotiation; Getting to Yes: Advice for Female Founders on How to Get Funded; Leadership Strategies for Women; e Success Strategies for Women in the Workplace tutti disponibili fino al 23 agosto 2022.

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Stefano Regazzi

Il battere sulla tastiera è la mia musica preferita. Nel senso che adoro scrivere, non perché ho una playlist su Spotify intitolata "Rumori da laptop": amo la tecnologia, ma non fino a quel punto! Lettore accanito, nerd da prima che andasse di moda.

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