Durante il Digital Sustainability Day 2025, la Fondazione per la Sostenibilità Digitale ha presentato a Roma una nuova indagine; essa fotografa il divario digitale che esiste in Italia e le differenze generazionali sul rapporto tra digitale e sostenibilità. I dati dell’Osservatorio, mostrano come età, familiarità tecnologica e consapevolezza ambientale si intreccino in modo complesso.
La ricerca ha coinvolto quattro fasce d’età: Generazione Z, Millennial, Generazione X e Baby Boomer. Solo tra i più giovani si riscontra una reale sovrapposizione tra uso quotidiano della tecnologia e attenzione alla sostenibilità. Ma c’è un dato alquanto sorprendente: i più attenti a quest’ultimo aspetto non sono sempre i giovani, bensì gli over 60.
Sostenibilità e digitale in Italia: il divario tra le generazioni
L’approccio delle generazioni in Italia verso sostenibilità e digitale
Nonostante l’attenzione mediatica e scolastica, quasi un terzo della Generazione Z non conosce affatto il concetto di sostenibilità. Tra i Baby Boomer, questa percentuale sale al 54%, ma sorprende che solo l’8% degli over 60 dichiari una conoscenza approfondita del tema. L’entusiasmo giovanile non sempre si accompagna a un impegno coerente: tra i Millennial, il 31% non ritiene urgente affrontare il cambiamento climatico, una posizione condivisa anche dal 27% dei Gen Z.
In contrasto, oltre due terzi dei Baby Boomer considera la crisi climatica una priorità assoluta. Anche l’inquinamento ambientale suscita più preoccupazione tra gli over 60 rispetto alle generazioni più giovani. Questo ribalta lo stereotipo secondo cui i giovani sarebbero più attenti ai temi ambientali.
L’utilizzo della tecnologia
La diffusione del digitale cresce ma non è uniforme. Il 35% dei Baby Boomer non utilizza strumenti digitali. Nella Generazione X, la percentuale scende al 9%, e nei Millennial al 6%. Anche quando utilizzano dispositivi digitali, le generazioni più anziane lo fanno quasi esclusivamente per attività ricreative, le quali non sono legate alla sostenibilità o all’informazione.
Le competenze digitali evidenziano un altro scarto netto. Solo il 2% dei Baby Boomer si dichiara molto competente, contro un 22% dei giovani tra i 18 e i 28 anni. Quasi due terzi dei Gen Z afferma di avere una buona padronanza degli strumenti digitali. Questo gap si traduce in una disparità nell’adozione di soluzioni sostenibili.
I sospetti verso la tecnologia
Nonostante il 94% degli italiani tra i 18 e i 60 anni riconosca nel digitale un’opportunità, uno su otto teme che produca diseguaglianze sociali e perdita di posti di lavoro. Il timore è trasversale, ma più marcato tra chi ha una visione ambientalista forte e usa poco il digitale.
Questo atteggiamento emerge in particolare tra Baby Boomer e Generazione X. Qui l’ambientalismo si accompagna spesso a una grossa diffidenza verso la tecnologia. Nei cluster più giovani, al contrario, chi mostra una maggiore sensibilità climatica tende a essere anche digitalmente attivo. Tuttavia, neppure tra i giovani l’uso del digitale si traduce in comportamenti concreti.
Due profili diametralmente opposti
La ricerca individua dunque due profili distinti. I Sostenibili Digitali appartengono per lo più alla Gen Z e ai Millennial. Si informano online, usano spesso la tecnologia e dichiarano attenzione all’ambiente. Tuttavia, agiscono poco sul piano pratico. I comportamenti sostenibili risultano ancora marginali, e raramente supportati da azioni concrete.
Al polo opposto ci sono gli Insostenibili Analogici. In maggioranza facenti parte dei Baby Boomer e della Generazione X, mostrano interesse per l’ambiente, ma non utilizzano strumenti digitali. Questo limita la loro capacità di incidere in modo efficace. In alcuni casi, tuttavia, queste persone raggiungono livelli di adozione di tecnologie sostenibili pari o superiori ai più giovani.
Stefano Epifani, Presidente della Fondazione per la Sostenibilità Digitale, riguardo i risultati della ricerca, ha commentato quanto segue: “La particolarità della rilevazione di quest’anno è che abbiamo analizzato le differenze nel modo in cui le diverse generazioni percepiscono i temi connessi alla sostenibilità digitale e come queste utilizzano le tecnologie digitali in relazione alla sostenibilità.Il nostro obiettivo è stato quello di comprendere come il rapporto con il digitale cambi in base all’età e quali siano le sfide e le opportunità che ne derivano.”
Infine, Epifani conclude affermando: “Il risultato è che non esiste un’unica transizione digitale, ma percorsi differenti a seconda delle generazioni, ognuno con le proprie peculiarità e criticità. E con queste, peraltro, i numeri sfatano alcune convinzioni consolidate sulla percezione ed il punto di vista dei giovani su sostenibilità e digitalizzazione Questi risultati dimostrano che le competenze digitali sono essenziali per diffondere stabilmente comportamenti sostenibili. Senza il supporto digitale, l’interesse per la sostenibilità rischia di rimanere solo una sensibilità teorica, soprattutto con l’avanzare dell’età.”
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