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Disaster Recovery: solo 1 azienda su 4 ha un piano

La ricerca di Aruba-BVA Doxa mostra come il 73% non sia preparato al peggio

Non tutti gli attacchi cyber si possono fermare, non tutti gli incidenti prevenire. Ma si possono limitare i danni e riprendere a lavorare. Le soluzioni di Disaster Recovery diventano sempre più fondamentali, ma secondo l’ultima ricerca di Aruba e BVA Doxa, solo un’azienda su quattro ha un piano preciso. E il 68% delle PMI non ha intenzione di adottarne uno neanche nel lungo periodo.

Disaster Recovery, i dati della ricerca di Aruba e BVA Doxa

In caso di attacco informatico, guasto o qualsiasi altro incidente, serve un piano per ripristinare l’accesso e le funzionalità della struttura IT. In maniera veloce e sicura, tanto che sempre più le aziende vedono il Disaster Recovery come fondamentale in fase di progettazione, non un semplice piano B.

Tuttavia, l’analisi di BVA Doxa commissionata da Aruba mostra che il 73% delle PMI in Italia non ha un piano di Disaster Recovery. Una ricerca che arriva durante l’European Cyber Security Month, la campagna di sensibilizzazione alla sicurezza informatica dell’Unione Europea. E che mostra come queste soluzioni siano ancora poco utilizzate.

Niente piani, anche in futuro

Secondo quanto riporta la ricerca, poco più di un’azienda su quattro ha un piano di Disaster Recovery. Percentuale che si alza leggermente considerando solo le medie imprese (31%). Scendendo nel dettaglio, fanno megli gli esercizi pubblici come alberghi, ristoranti e bar, che hanno la Disaster Recovery nel 49%.

Nonostante la bassa adozione, molte aziende intendono continuare a non dotarsi di questo tipo di soluzione. Infatti il 68% delle PMI intervistate non vuole progettare piani di ripristino nemmeno nei prossimi anni. Con l’80% delle piccole imprese che non sembra intenzione, contro il 53% delle medie imprese.

Aruba Server disaster recovery ricerca-min

Servono opzioni di ripristino

Questo scarso interesse arriva a fronte di un’altra ricerca Aruba-BVA Doxa che vede il 7% delle aziende vittima di una perdita di dati. Con una media di downtime per la propria attività che arriva a due giorni. E il 43% degli intervistati che pensa che i danni siano ‘inquantificabili’.

Nella stessa indagine, emerge che un’azienda su quattro non ha nemmeno dei backup per i dati, mentre il 57% fa backup in cloud.

Lorenzo Giuntini, CTO di Aruba, spiega che: “Backup e Disaster Recovery hanno due scopi profondamente diversi ma al contempo complementari. Il primo mira a salvaguardare il dato in seguito a cancellazioni, errori umani o in generale perdita dati. Il secondo protegge il sistema nel suo complesso, compreso il sito di erogazione, garantendo una ripartenza in tempi certi ed in qualunque circostanza, anche a seguito di disastri ambientali o catastrofici, andando quindi oltre il concetto di dato ed includendo invece tutto quello che gli orbita intorno“.

Secondo il dirigente, serve tutelarsi con entrambe le soluzioni: backup e Disaster Recovery devono lavorare insieme. “Visti i pericoli, anche potenzialmente disastrosi, a cui si espone un’azienda priva di questi servizi, la strategia più corretta per la sua tutela è quella di implementare entrambe le soluzioni.Per farlo non esiste un’unica via: la scelta delle soluzioni e delle modalità più adatte passa attraverso un’attenta analisi dei rischi, la classificazione dei dati e la definizione del perimetro di protezione. Solo in questo modo è possibile costruire l’infrastruttura più adeguata a garantire e ad assicurare la continuità operativa aziendale in ogni condizione.” 

Potete trovare maggiori informazioni sulle soluzioni di Disaster Recovery di Aruba sul sito ufficiale.

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Stefano Regazzi

Il battere sulla tastiera è la mia musica preferita. Nel senso che adoro scrivere, non perché ho una playlist su Spotify intitolata "Rumori da laptop": amo la tecnologia, ma non fino a quel punto! Lettore accanito, nerd da prima che andasse di moda.

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