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Digitalizzare sì ma con i giusti obiettivi in mente

Digitalizzazione.
È uno dei termini più diffusi del nostro secolo. E lo è perché questa è la strada che abbiamo intrapreso ormai da diversi anni. In tutti i settori. Puntiamo alla digitalizzazione nella Pubblica Amministrazione, a scuola, nella sanità e, ovviamente, anche nel mondo aziendale.

Di per sé è un ottimo segno. La tecnologia ha tendenzialmente un impatto positivo sulle nostre vite, tanto in ambito privato quanto in quello lavorativo.
Dobbiamo però abbracciare la digitalizzazione in maniera consapevole. Cosa significa? Che serve una strategia, una visione. Dobbiamo quindi fare scelte tecnologiche in grado di sposarsi sia con le esigenze fisiologiche dell’azienda sia con le sue ambizioni di business.

Per farlo però è necessario conoscere i trend emergenti, così da decidere poi quali soluzioni si adattino effettivamente al presente e al futuro della propria impresa.

Le tecnologie per costruire una solida impronta digitale personale

Ad aiutare le aziende ci pensa Thoughtworks, società di consulenza tecnologica internazionale che integra strategia, design e sviluppo software per guidare l’innovazione digitale.
Come? Prima di tutto con Tech Radar, una guida sulle frontiere tecnologiche fatta da tecnologi per tecnologi, e poi con il nuovo Looking Glass, una pubblicazione annuale che recensisce tutto ciò che c’è di nuovo e promettente in ambito tecnologico, ma in ottica aziendale.

Recentemente inoltre Thoughtworks ha condiviso quelli che a suo avviso sono le tendenze del momento, quelle che le aziende dovrebbero valutare nella costruzione della propria impronta digitale personale (o digital footprint, se preferite).

Intelligenza artificiale (AI) e machine learning (ML)

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Valeria Della Rosa, head of Client Services Thoughtworks Italy

Partiamo da due tecnologie con cui in realtà abbiamo a che fare ormai da tempo. Stiamo parlando di intelligenza artificiale e machine learning. Che, per inciso, non sono la stessa cosa. Il ML infatti è un sottoinsieme dell’intelligenza artificiale, quello che si occupa di creare sistemi in grado di apprendere o migliorare le proprie prestazioni sfruttando i dati raccolti.

Non immaginatele però come tecnologie che vanno a soppiantare totalmente il lavoro umano. Secondo Thoughtworks infatti la chiave per affrontare il prossimo futuro è la collaborazione.

“Come Thoughtworks crediamo anche che le persone possano beneficiare dell’AI/ML in modalità aumentata, mettendo umani e macchine fianco a fianco a svolgere ruoli combinati o complementari. – ha spiegato Valeria Della Rosa, head of Client Services Thoughtworks Italy. – Si tratta di situazioni che richiedono creatività, intuizione, esperienza ed un approccio olistico per prendere le decisioni importanti più strategiche come: ‘Quale nuovo prodotto introdurre nel mercato’ oppure ‘Come azzerare le emissioni’.”

Quale sarà quindi la sfida per i prossimi mesi? Le aziende italiane dovranno dimostrare al mondo che l’AI non è l’arte di estrarre valore dalla storicità dei dati ma quella di creare nuovi dati e nuovi spunti per lo sviluppo di prodotti italiani ancora più amati.

L’interazione tra macchine e persone

Facciamo un tuffo nel passato.
Immaginate di essere all’inizio degli anni 2000, di fronte ad un computer.Il 56k era ancora il metodo standard di collegarsi a Internet, i computer erano lenti e ingombranti, lo smartphone era ancora lontano anni luce.
La tecnologia ci affascinava ma non avevamo grandi aspettative.
Oggi sì.
Oggi ci aspettiamo che i prodotti tecnologici siano reattivi, intuitivi e possibilmente belli da usare. E questo riguarda tanto l’hardware quanto il software.

Cosa succederà nel prossimo futuro? In realtà continueremo a volere proprio questo dalla tecnologia, continueremo a richiedere dispositivi e servizi che siano in grado di capire le nostre emozioni e sintonizzarsi sulle nostre esigenze. Le aziende però dovranno capire come differenziarsi perché non basta adeguarsi al trend, bisogna dare ai consumatori qualcosa in più, qualcosa che li spinga a scegliere voi e non un competitor.

Occhio ai dati

Data Mesh digitalizzazione aziende

15 anni fa emergeva una profonda verità: i dati sono il nuovo petrolio.
Questo ovviamente non significa che alimenteremo le auto un account di Facebook alla volta ma che la vera ricchezza oggi sta nei dati. Ecco perché le aziende sono chiamate a sviluppare strategie data driven che permettano loro di diventare più competitive sui propri mercati di riferimento.
I dati quindi sono ora al centro della scena ma la loro gestione sta diventando sempre più critica.
Cosa fare? L’ultima tendenza si chiama Data Mesh, ossia un’architettura che sembra centralizzata ma, da un punto di vista logica, risulta in realtà decentralizzata. Tutto questo permette di creare dei “data products”, ossia applicazioni e strumenti che rispondono ai bisogni dei propri clienti.

Sicurezza, privacy e benessere

Nell’era del GDPR e dei continui attacchi informatici, sicurezza e privacy dovrebbero essere alla base di qualsiasi strategia aziendale.
Ora però le aziende sono chiamate a fare un ulteriore passo avanti, preoccupandosi del fatto che il proprio software agisca per il benessere di tutti, che gli algoritmi non manifestino pregiudizi che tendono a penalizzare o escludere segmenti di popolazione e che le piattaforme siano accessibili ai portatori di handicap motori o cognitivi.

Tutto questo non solo per motivi etici ma per favorire la fiducia e, in definitiva, la salute dell’organizzazione.

Accelerare verso la sostenibilità

L’ultima tendenza, ormai sotto gli occhi di tutti, è quella legata alla sostenibilità.
Perché dovrebbe interessare le aziende? Aldilà dei necessari adeguamenti per adempiere alle normative europee, quella della sostenibilità è un’opporunità. Sempre più persone infatti daranno priorità a marchi e prodotti sostenibili,
È necessario quindi farsi trovare punti, approfondittandone magari per apportare importanti cambiamenti che permettono all’impresa di essere già pronti per il futuro.

Devo implementare tutto questo?

Ovviamente no.
Quelle che vi abbiamo raccontato, e che ThoughWorks ha raccolto, sono i trend che dovreste valutare ma, come anticipato in apertura, non significa che siate obbligati ad usare tutte le tecnologie menzionate. In realtà si tratta di elementi da tenere in considerazione per costruire la vostra impronta digitale personale, quella che si adatta alla vostra impresa. Considerateli quindi degli spunti di riflessione, utili a capire quale sia la strada giusta da percorrere.

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Erika Gherardi

Amante del cinema, drogata di serie TV, geek fino al midollo e videogiocatrice nell'anima. Inspiegabilmente laureata in Scienze e tecniche psicologiche e studentessa alla magistrale di Psicologia Clinica, dello Sviluppo e Neuropsicologia.

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