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Hevolus Innovation e il metaverso, intervista al CIO Antonio Squeo

Toccare con mano (virtuale) la rivoluzione di hVERSE

Il metaverso non è il futuro, è già qui. Sempre più aziende nel settore retail e non solo stanno scoprendo che la Mixed Reality può permettere di rivoluzionare la costumer experience, migliorando l’esperienza dei clienti e ingaggiandoli più a lungo e con più efficacia. Ci siamo fatti raccontare il potenziale di questa tecnologia da Antonio Squeo, Chief Innovation Officer di Hevolus Innovation, la società che ha creato la piattaforma lowcode hVERSE per portare le aziende nel metaverso.

Dentro al metaverso con Antonio Squeo, CIO di Hevolus Innovation

Hevolus Innovation conosce il mondo del phygital molto bene. Fa da gold partner Microsoft per la Mixed Reality e ha partner importanti in tutto il mondo. E ha realizzato il primo Metaverso Enterprise, hVERSE, che permette alle aziende di creare un’esperienza immersiva sfruttando una piattaforma lowcode fruibile da web e accessibile con qualsiasi dispositivo.

Come ci spiega Squeo: “il metaverso è multidevice, non bisogna pensare che serva per forza un visore. Per giocare a Minecraft o Fortnite non serve un visore, quindi perché dovrebbe servire per un metaverso aziendale? Certo, il visore migliora l’immersione e quindi l’esperienza. Ma le aziende non vogliono scoraggiare il cliente imponendo l’uso di un visore”.

Infatti, basta una pagina web. “Immagina di arrivare in un sito che puoi esplorare camminando un passo alla volta, come fosse un videogame. Poi lo sposti su un prato verde utilizzando la fotocamera dello smartphone per abilitare la realtà aumentata, oppure ti metti un visore per entrare in quella virtuale. Ognuno può utilizzare il dispositivo che vuole: il metaverso aumenta la scelta, non deve avere limitazioni hardware”.

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Il metaverso di Würth Italia creato con hVERSE

La narrazione del brand al centro

Parlando e scrivendo ogni giorno di tecnologia, la nostra attenzione va subito alle possibilità tecniche di questa piattaforma low code. La possibilità di creare metaversi proprietari, traducibili in 27 lingue, tramite questa esperienza web multi platform e basata sul web 4.0 è davvero interessante.

Ma Squeo ci spiega che, per le aziende, si parte sempre dalla narrazione del proprio brand. “La Mixed Reality è un mezzo, quello che noi vendiamo è il Customer Experience Journey. Quindi insieme al cliente ragioniamo sulla storia che vuole raccontare, sull’esperienza in cui immergere il consumatore finale. La prima cosa che facciamo è scrivere la ‘sceneggiatura’ dell’esperienza, poi il mezzo lo vediamo in seguito“.

Perché ogni azienda può avere necessità diverse. Ma l’obiettivo è sempre lo stesso: mostrare quello che non si può solo raccontare a parole. “Creiamo dei luoghi e degli oggetti virtuali che possono avere diverse finalità. Possono far vivere un’esperienza tramite avatar, possono mostrarti l’esploso di una macchina per farti capire quello che può fare nel dettaglio. Oppure possono farti mettere il divano all’interno del soggiorno di casa tua. Ma il risultato è lo stesso: quando lo vedi lo capisci. E quando lo capisci, lo compri”.

Per questo motivo la piattaforma hVERSE non si limita al settore fashion, ma tocca i verticali più disparati. Con anche possibilità applicazioni accademiche: “Come fai a vedere un cuore umano mentre funziona all’università? Con il metaverso più sperimentarlo in prima persona”. Aggiungere un livello olografico all’insegnamento, non solo al retail.

Un metaverso semplice, con i glTF

La scommessa del metaverso per il retail è chiara. Fornire un’esperienza immersiva per i clienti, che possono tuffarsi per tantissimo tempo nel metaverso. Conversioni alle stelle, tempi di permanenza su siti e app che passano da manciate di secondi a decine di minuti. Ma la sfida di Hevolus Innovation è far sì che il metaverso diventi semplice.

“Vogliamo togliere ogni resistenza per i clienti. Quindi abbiamo sviluppato dei convertitori per i loro file. Mettiamo che un ingegnere stia progettando una macchina in CAD, basta utilizzare la nostra piattaforma per renderela un glTFci spiega.

Ma cosa è questo glTF? “Questo è lo standard mondiale per i file del metaverso, lo abbiamo deciso al Metaverse Standard Forum, di cui siamo membri dalla fondazione. In pratica, è il JPEG del metaverso. Così se i clienti creano un metaverso proprietario utilizzando hVERSE, ma poi vogliono trasportarlo anche sulle piattaforme di Meta o Roblox, lo possono fare in maniera semplice e senza frizioni“.

In sostanza, “le aziende continuano a lavorare nello stesso modo, poi fanno un drag and drop ed entrano nel metaverso”.

Il metaverso di Ferroli con hVERSE
Il metaverso di Ferroli con hVERSE

Squeo mi spiega però che seguono il cliente dall’inizio alla fine, dall’idea alla formazione del personale nei negozi per la realtà aumentata. “Abbiamo internalizzato un’agenzia di comunicazione per realizzare un video di ciò che verrà consegnato al cliente, in modo che il dirigente che si occupa del progetto possa mostrarlo a tutti gli stakeholder. Perché fino a che non vedi non puoi capire, non del tutto. Il deployment poi è la parte più delicata, perché vogliamo che il cliente sperimenti i risultati fin da subito. Quindi facciamo formazione ai dipendenti, ci occupiamo dei dispositivi e della strategia per usarli: magari gli addetti utilizzano i visori mentre i clienti hanno dei tablet, per non spaventarli”.

Per Hevolus Innovation la rivoluzione del metaverso è già iniziata

Secondo Squeo e tutta Hevolus Innovation, il metaverso è già una realtà in grande crescita. La possibilità di utilizzare un’interfaccia web per i mondi virtuali permetterà a moltissimi di utilizzare questa novità tecnologica.

Ma presto anche l’hardware terrà questo passo, secondo Squeo. “Al Web Summit di Lisbona di novembre vedremo con ogni probabilità 20-25 visori, quasi tutti con la piattaforma Qualcomm XR1 come chip. E poi vedremo Google, Apple e tutti i grandi player investire in questo campo. Ci sarà un effetto da iPhone 1, entro pochissimo il visore diventerà il nuovo smartphone”.

La rivoluzione è sempre più vicina, stando a Hevolus Innovation: “Il mercato è pronto, sono le aziende a essere indietro. Ma noi abbiamo già dalla nostra i risultati degli early adopter, che sono ottimi e dimostrano che con il metaverso le vendite aumentano”. E quando si vedono i risultati economici, tutti diventano rivoluzionari.

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Stefano Regazzi

Il battere sulla tastiera è la mia musica preferita. Nel senso che adoro scrivere, non perché ho una playlist su Spotify intitolata "Rumori da laptop": amo la tecnologia, ma non fino a quel punto! Lettore accanito, nerd da prima che andasse di moda.

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