Sicurezza

Cybersecurity del settore idrico: l’importanza della modernizzazione

Attacchi mirati, reti vulnerabili e sistemi industriali antiquati mettono a rischio la cybersicurezza delle infrastrutture idriche e, appunto, del settore idrico in Europa. Le autorità chiedono ora maggiori investimenti e un’accelerazione nella modernizzazione tecnologica. E la direttiva NIS2 impone nel frattempo nuove responsabilità.

La cybersicurezza del settore idrico in Europa resta fragile

Il settore idrico europeo sta affrontando minacce informatiche sempre più sofisticate, con una frequenza in aumento che coinvolge sia grandi città che piccoli comuni, afferma Andrea Scattina, Country Manager Italia di Stormshield. Secondo i dati forniti da fonti governative e tecniche, in Francia l’Agenzia Nazionale per la Sicurezza dei Sistemi Informativi ha registrato almeno 31 episodi di compromissione dal 2020 a oggi. In Germania, la DVGW – organismo tecnico-scientifico per il gas e l’acqua – ha lanciato un allarme simile.

E purtroppo non si tratta di semplici intrusioni casuali; i cyberattacchi mirati contro il settore idrico sono spesso opera di gruppi criminali organizzati o di attori statali. L’obiettivo non è solo interrompere i servizi, ma anche minare la sicurezza pubblica e creare instabilità economica.

La distribuzione capillare delle reti e l’integrazione progressiva di tecnologie digitali provoca l’aumento della superficie d’attacco. Alcuni impianti utilizzano ancora sistemi progettati trent’anni fa, con architetture che non prevedevano minacce cyber e che oggi presentano vulnerabilità critiche.

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La sfida alla modernizzazione della cybersicurezza del settore idrico: sistemi obsoleti

Le piccole e medie aziende pubbliche, responsabili della gestione locale delle reti, appaiono esposte in maniera particolare e critica. Spesso non dispongono né del personale con competenze specifiche per fronteggiare queste evenienze né di budget adeguati per adottare misure di sicurezza efficaci. In molti casi, mancano del tutto strumenti di difesa avanzata.

Anche nei contesti più strutturati, la modernizzazione procede assai lentamente, osserva Andrea Scattina, Country Manager Italia di Stormshield. Molte infrastrutture industriali si basano su sistemi operativi non aggiornati e software obsoleti, incompatibili con gli standard di sicurezza attuali. L’introduzione di tecnologie come l’Industrial Internet of Things ha ampliato ulteriormente i potenziali punti d’ingresso per tutti gli attaccanti.

L’impatto della direttiva NIS2

La direttiva europea NIS2, la quale è in vigore in Italia dal 16 ottobre 2024, introduce nuovi obblighi per gli operatori di servizi essenziali, tra cui quelli del settore idrico: essa prevede infatti l’adozione di misure più rigorose di governance e protezione. Eppure, il decreto di recepimento nazionale concede alle aziende scadenze estese fino al 2026 per conformarsi pienamente, sotto la stretta vigilanza dell’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale.

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Questo lungo intervallo temporale, se da un lato consente un adattamento graduale, dall’altro espone le reti idriche a un rischio prolungato. In attesa dell’adeguamento normativo, molti esperti invitano gli operatori a non aspettare le scadenze. Le linee guida, distribuite nel 2019 dal Ministero dell’Ambiente e da altri enti, suggeriscono misure immediate per contenere il rischio e migliorare la resilienza.

La strategia di difesa: la chiave è modernizzare e segmentare

Tra gli approcci raccomandati, la segmentazione delle reti resta uno dei principi più efficaci per difendere le infrastrutture critiche. Separare le reti IT da quelle OT limita la possibilità che un attacco si propaghi. In parallelo, anche l’infrastruttura OT va compartimentata internamente per isolare i singoli sottosistemi e ridurre i danni potenziali.

Questa strategia richiede l’implementazione di firewall dedicati agli ambienti industriali, che possano filtrare in modo specifico i protocolli utilizzati nei sistemi automatizzati. Inoltre, i sistemi di rilevamento delle anomalie, come gli Intrusion Detection System, sono in grado di identificare tempestivamente attività sospette e garantiscono l’integrità dei processi, afferma Andrea Scattina, Country Manager Italia di Stormshield.

Il ruolo della formazione nella cybersicurezza del settore idrico

Va detto che tutto ciò non basta però: gli esperti infatti sottolineano l’importanza di formare costantemente il personale, specialmente nei contesti più piccoli e meno strutturati. Senza una conoscenza diffusa delle buone pratiche di cybersicurezza – così come avviene anche in altri ambiti -, anche le soluzioni più avanzate rischiano di risultare inefficaci.

La priorità è la resilienza digitale delle reti idriche

Le interruzioni nella fornitura o la contaminazione dell’acqua potabile possono avere conseguenze immediate sulla salute pubblica e sulla stabilità delle comunità locali. In un contesto geopolitico instabile e con minacce informatiche in crescita, garantire continuità e affidabilità del servizio è essenziale: dunque un approccio proattivo, basato su collaborazione tra enti pubblici e privati, è l’unica via per affrontare la complessità di questo scenario estremamente complesso.

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