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I costi del cloud sono ingestibili, è ora di standardizzare la fatturazione

Una regolamentazione porterebbe ad una scelta più consapevole

I costi del cloud rappresentano un vero e proprio incubo da districare. Nessuno ne mette un dubbio il valore ma i metodi di fatturazione risultano essere molto poco chiari. Ad oggi sono sempre di più le aziende che decidono di adottare una strategia multicloud: il 71% delle imprese sfrutta più di tre provider di infrastrutture cloud.

Questa accelerazione dell’adozione del multicloud ha reso molto complicato monitorare, comprendere e attribuire correttamente i costi del cloud ai team appropriati. La società di consulenza strategica Gartner ha stimato che la spesa degli utenti finali per i servizi cloud pubblici raggiungerà i 482 miliardi di dollari quest’anno. Visti i numeri, è dunque evidente quanto sia necessaria una regolamentazione.

La necessità di regolamentare i costi del cloud

La fatturazione non standardizzata dei costi del cloud crea tre serie di problemi. Il primo è la gestione di diversi tipi di impegni tra fornitori di servizi cloud in cui i termini e le implementazioni variano notevolmente. Il secondo problema è il monitoraggio delle spese con diversi schemi di attribuzione dei risparmi e definizioni di metriche di costo come ammortizzato netto, non cieco, ecc. utilizzati tra i fornitori. Il terzo è il crescente utilizzo di più piattaforme cloud e servizi gestiti al loro interno, ciascuna con le proprie strategie di assegnazione dei tag. Risulta dunque praticamente impossibile attribuire i costi internamente anche quando si utilizza un’unica piattaforma cloud.

Costi Cloud

Per questi motivi i clienti non riescono ad effettuare un confronto alla pari tra i diversi fornitori. Lo sviluppo indipendente del modello di fatturazione di ciascun provider ha comportato differenze nel modo in cui le cose vengono valutate. Tutti modelli di prezzo sono diversi e possono essere ulteriormente complicati da sconti per impegni a lungo termine e sconti aziendali di primo livello. Questo comporta che i vantaggi di avere accesso a una gamma più ampia di servizi e l’ampio ventaglio di scelta siano annullati in quanto non è possibile effettuare un confronto. Ecco perché la fatturazione standardizzata è necessaria.

Come risolvere il problema

La soluzione più ovvia sarebbe quella di sviluppare uno standard di fatturazione aperto che possa essere utilizzato per confrontare progetti che utilizzano diversi fornitori. Il primo passo sarebbe quello di creare uno standard comune per definire i parametri per la determinazione del prezzo in base all’utilizzo dei diversi componenti. In questo modo si eviterebbe di confrontare i servizi addebitati all’ora con quelli addebitati in base alla quantità di utilizzo.

Il secondo step sarebbe lo sviluppo di un linguaggio comune per caratterizzare gli sconti sugli impegni tra i fornitori e il livello di flessibilità consentito dallo sconto. Questo consentirebbe ai clienti di valutare i diversi tipi di offerta: sconti che richiedono un periodo di abbonamenti più lungo, offerte che forniscono più flessibilità e così via. In questo modo i clienti riuscirebbero a selezionare i servizi giusti a seconda delle loro esigenze e non si sentirebbero più “costretti” a utilizzare il fornitore con cui hanno una maggiore familiarità. Finalmente avrebbero la certezza di investire nelle giuste risorse la propria attività in modo ottimale. FinOps Foundation sta collaborando con i clienti al fine di concretizzare questo progetto.

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Marzia Ramella

Scrivo di libri, film, tecnologia e cultura. Ho diversi interessi, sono molto curiosa. La mia più grande passione però sono i libri: ho lavorato in biblioteca, poi in diverse case editrici e ora ne scrivo su Orgoglionerd.

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