Sicurezza

Cresce il legame tra contraffazione online e reati finanziari

Cosa è emerso dalla conferenza finale del progetto FATA di Università Cattolica e Ministero dell’Interno con il supporto di Amazon?

Durante la conferenza finale del progetto FATA – From Awareness To Action, sono emersi alcuni temi caldi del momento: la crescente convergenza tra contraffazione online, reati finanziari e cybercrime. All’evento hanno partecipato esperti di Transcrime, Direzione Centrale della Polizia Criminale, Servizio Analisi Criminale, Europol, Ministero dello Sviluppo Economico, Guardia di Finanza, Amazon e altri enti del settore.

Contraffazione online e reati finanziari

Temi che stanno diventando sempre più importanti visto l’aumento di cybercrimini. L’abitudine a fare acquisti online e utilizzare metodi di pagamento digitali hanno portato alla luce nuove vulnerabilità e falle di sicurezza.

I relatori della conferenza hanno fornito numerosi dati e casi studio per capire l’evoluzione della contraffazione online e dei reati finanziari più diffusi.
Tra i dati emersi in prima battuta vi è il crescente furto di credenziali ed account sulle piattaforme online. Non solo, crescono anche le frodi nei metodi di pagamento, la diffusione di malware e il furto d’identità tramite tecniche di phishing oppure e-skimming. Dall’analisi dell’EUIPO (2021) circa il 49% di 1000 domini web fraudolenti analizzati veniva utilizzato non solo per vendere prodotti contraffatti ma anche per sottrarre dati di pagamento e di navigazione degli utenti.

Inoltre, in seguito all’emergenza COVID-19, sono aumentate le campagne pubblicitarie fraudolente sulle app di messaggistica e sui social media per la vendita di prodotti contraffatti. Ad esempio, nel 2019 è stato registrato un aumento del 171% rispetto al 2016 degli account Instagram utilizzati per vendere prodotti contraffatti (Stroppa et al. 2019) che pubblicizzano link esterni a siti web proprietari che vengono utilizzati per la diffusione di malware.

La diffusione dei prodotti contraffatti

Sempre più centrale la presenza di influencer che promuovono la contraffazione online, soprattutto su social media e app di messaggistica, fungendo da intermediari per i produttori di questi beni. Numerose le indagini a livello nazionale ed internazionale che hanno dimostrato questi nuovi schemi criminali e modi operandi. Ad esempio, l’operazione Right Time della Guardia di Finanza ha rivelato l’uso di società di comodo per occultare la vendita online di orologi contraffatti. Oppure Bologna Luxury, in cui una giovane influencer faceva da tramite su social media tra produttori di beni contraffatti e consumatori finali. Anche Pinar, coordinata da Europol, che ha fatto luce sui metodi avanzati di riciclaggio usati per ripulire i proventi da un’organizzazione dedita alla vendita di prodotti contraffatti.

Prevenire e contrastare la contraffazione online

Nella conferenza finale si è discusso anche di quali misure adottare per prevenire e contrastare l’evoluzione del fenomeno. A cominciare da una più forte collaborazione pubblico-privata, che porti a dialogare insieme attori pubblici e privati attivi nell’anti-contraffazione con quelli attivi in ambito anti-riciclaggio. Oppure l’adozione di modelli e strumenti evoluti per l’early detection di venditori fraudolenti e società di comodo. Ancora, la costituzione di unità di eccellenza nel settore privato, come la Counterfeit Crimes Unit di Amazon che collabora con forze dell’ordine e istituzioni.

Il progetto FATA è realizzato da Crime&tech, spin-off di Università Cattolica-Transcrime, con il Ministero dell’Interno – Direzione Centrale della Polizia Criminale – Servizio Analisi Criminale e con il supporto di Amazon.

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Martina Ferri

Sono laureata in filosofia, gattara, vegetariana e vesto sempre di nero. Ora che vi ho elencato i motivi per cui potrei sembrare noiosa, posso dirvi che amo la musica, i libri, la fotografia, la pizza, accamparmi in tenda vicino al main stage di qualche festival! Che dite, ho recuperato?

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