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I tre consigli di Kingston per proteggersi dalle minacce informatiche

La scorsa primavera, nelle settimane più calde per la situazione sanitaria europea, le truffe informatiche hanno conosciuto un aumento considerevole. Gi hacker non solo hanno cercato di sfruttare le falde aperte a livello di sicurezza aziendale dal repentino passaggio di molte organizzazioni allo smart-working, ma hanno anche cercato di raggiungere gli utenti privati con messaggi fraudolenti.  Per esempio, nella terza settimana di aprile 2020, Google aveva registrato 18 milioni le e-mail quotidiane di malware e phishing relative a Covid-19 bloccate su Gmail e oltre 240 milioni i messaggi spam a tema coronavirus bloccati ogni giorno. Ecco i consigli di Kingston sulla cybersecurity per affrontare la fine del 2020.

Kingston: tre consigli di cybersecurity per superare la fine del 2020

In uno scenario che rischia di ripetersi, Kingston Technology Europe Co LLP, leader mondiale in soluzioni tecnologiche e prodotti storage, ha stilato un elenco di 3 consigli da seguire per proteggersi dai cyber attacks, validi per le aziende ma anche per gli utenti privati.

Non andare al risparmio

L’antico detto “chi più spende, meno spende” vale anche per l’ICT. Dotarsi di un valido sistema antivirus, come anche di solidi dispositivi tecnologici, è ovviamente il primo passo per proteggersi dai rischi. Con una spesa iniziale solo lievemente maggiore, spesso è possibile risparmiare le cifre molto più considerevoli che si dovranno sostenere, in caso di violazione, per riscattare i propri dati. O, in caso di aziende, per risollevarsi da danni di immagini, interruzioni di lavoro e sanzioni.

Conoscere gli strumenti che si utilizzano

Come non si può guidare un’automobile senza una patente, non si dovrebbe poter utilizzare dispositivi tecnologici senza averne una conoscenza di base. È quanto mai necessaria, nella società civile quanto nel contesto di business, una formazione concreta in grado di creare un reale mutamento culturale e comportamentale: la tecnologia diventa infatti un rischio quando le persone non sono preparate a utilizzarla. A livello aziendale, la diffusione dello smart working rende ancora più importante investire nella formazione. La vera sfida del lavoro da remoto consiste infatti nel consentire ai dipendenti di essere produttivi senza tuttavia esporre l’azienda al rischio. Basta il comportamento superficiale di una sola persona per vanificare l’impegno a protezione dei dati profuso da un’intera impresa.

Dare la giusta importanza della crittografia

Non lascereste mai la vostra connessione cloud o il laptop sprovvisto di una password o di altra forma di protezione, ma probabilmente non siete soliti utilizzare chiavette USB crittografate. Eppure, salvare dati su un “normale” drive USB equivale a lasciarli incustoditi.

La crittografia dei dati è un elemento importante in particolare per la sicurezza aziendale, nonché una componente importante di un programma di conformità al GDPR. Proprio per questo Kingston propone SSD crittografati e drive USB crittografati in grado di rispondere alle specifiche esigenze di ciascuna organizzazione. Garantendo così la massima sicurezza anche in caso di lavoro da remoto, fornendo un importante livello di protezione contro costose violazioni dei dati.

“Da ormai diversi anni stiamo fortunatamente assistendo a una progressiva crescita della sensibilità verso la sicurezza informatica. Oggi, per lo meno a parole, è una priorità di tutti. Ma ancora, a livello generale, non si investe abbastanza: ogni euro speso per proteggersi dai rischi permette di risparmiarne molti di più.” commenta Stefania Prando, Business Development Manager di Kingston Technology.

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