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Cloud aziendale: come ridurre la sua complessità nell’era dell’IoT

Negli ultimi anni è aumentato sensibilmente il numero di aziende che hanno deciso di abbracciare la filosofia dell’Internet of Things.

La sorprendente esplosione di tale fenomeno ha spinto l’IDC ad effettuare un interessante analisi: secondo le sue stime, l’IoT raggiungerà i 745 miliardi di dollari entro la fine del 2019. Questo traguardo sarà raggiunto grazie alla capacità di questa tecnologia di rivoluzionare i processi aziendali, attraverso casi d’uso quali la manutenzione predittiva, il controllo dell’inventario in tempo reale e la gestione della flotta – giusto per citare alcuni tra gli esempi più popolari.

Insomma, dati molto promettenti che rivelano certamente un enorme potenziale. Tuttavia, non si può neanche negare che l’IoT rappresenti un’esperienza particolarmente complessa da padroneggiare. Per le organizzazioni, le prime difficoltà si erano già palesate con l’avvento del cloud, ma l’introduzione dell’Internet of Things ha persino centuplicato questa sfida. Esiste, dunque, una soluzione? Ce ne parlerà Dave Anderson, digital performance expert di Dynatrace.

I cloud complessi: una soluzione intelligente

dave anderson dynatraceAnderson ci offre alcuni spunti interessanti sulle modalità con cui le aziende sfruttano il potenziale dell’AI e dell’automazione per gestire la crescente complessità degli ambienti cloud aziendali e adottare nuove strategie di IoT. Ci parla dunque della ricerca condotta da Dynatrace, che ha evidenziato come il 69% dei CIO ritenga che l’Internet of Things rappresenterà ben presto un importante onere di gestione delle prestazioni.

Onde evitare conseguenze potenzialmente catastrofiche, le imprese non potranno trascurare le suddette preoccupazioni e sarà pertanto necessario adottare nuove misure atte a garantire l’identificazione degli eventuali problemi all’interno delle implementazioni IoT.

Viste le attuali dimensioni e il livello di complessità dell’Internet of Things, tuttavia, per i team IT è impossibile riuscire a monitorare e correggere manualmente i problemi, per una mera questione di prestazioni: gli strumenti più tradizionali non sono infatti in grado di fornire visibilità end-to-end degli ecosistemi IoT su scala web, risultando alquanto initili agli occhi di coloro che cercano di offrire esperienze software sicure e affidabili.

Cosa possono fare le aziende? Optare un approccio del tutto nuovo, che impieghi l’automazione per monitorare gli stick IT end-to-end su larga scala e sfruttare l’IA per sbloccare le informazioni più utili per una semplificazione della gestione della complessità aziendale. Sempre secondo la ricerca di Dynatrace, l’84% dei CIO ritiene che le capacità dell’Intelligenza Artificiale e quella di automatizzare i processi che supportano le implementazioni IoT ricopriranno un ruolo chiave nel successo delle strategie legate all’Internet of Things.

Garantire il perfetto funzionamento degli ecosistemi IoT consentirà di potenziarne il loro uso, garantendo una maggiore autonomia all’azienda e il controllo sulla propria esperienza.

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