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I canoni di rete e chi si oppone

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L’associazione non governativa epicenter.works, insieme a diversi attori del mercato, ha la propria opposizione contro l’adozione di canoni di rete (network fees) attraverso una dichiarazione condivisa. Questa coalizione include diversi settori e industrie, società civile e consumatori e un’ampia alleanza.

L’opposizione ai canoni di rete in Europa

Si tratta di una coalizione unica di stakeholder tutti uniti contro un solo concetto: l’istituzione di un contributo di rete obbligatorio, o quota “fair share”. Qualcosa che secondo la coalizione non riguarda solo le grandi tecnologie e le grandi telecomunicazioni.

La coalizione cita le PMI, i creativi e anche i consumatori. Dicendo che sono diversi i gruppi che ritengono tutti che non ci sia alcuna evidenza di un problema di mercato da risolvere. Piuttosto, l’associazione pensa che la soluzione proposta dai grandi operatori di telecomunicazioni rappresenterebbe un grave pericolo per la concorrenza, la libertà di scelta dei consumatori e l’ecosistema Internet nel suo insieme.

Alla luce di questa e di molte altre preoccupazioni, la Commissione europea dovrebbe avviare una valutazione d’impatto approfondita e completa. E anche un esercizio di raccolta delle prove prima di trarre conclusioni affrettate.

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Thomas Lohninger di epicenter.works commenta: “Mai nell’ultimo decennio la Commissione europea è apparsa così presa da interessi speciali e ha mostrato una tale mancanza di rispetto per i propri principi di due diligence. L’ex amministratore delegato di France Telecom e attuale commissario Thierry Breton sembra determinato a sacrificare la scelta dei consumatori, la concorrenza e l’Internet aperto per i profitti dell’industria delle telecomunicazioni”.

Ursula Pachl, Deputy Director General of the European Consumer Organisation (BEUC), aggiunge: “Un sistema di pagamento diretto delle tariffe di rete non è la soluzione giusta per ottenere una connettività di alta qualità e conveniente per i consumatori. Siamo preoccupati per i suoi effetti negativi sulla concorrenza e sulla neutralità della rete. Poiché le autorità di regolamentazione delle telecomunicazioni confermano che non ci sono prove per giustificare questo meccanismo, questa rischierebbe di essere la soluzione sbagliata per il problema sbagliato. Ci auguriamo che la Commissione europea ne tragga le conseguenze e non persegua ulteriormente questa idea”.

Potete approfondire qui.

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