
A Bruxelles, Ericsson e Nokia hanno lanciato un appello di vitale importanza affinché si solleciti una risposta per il futuro tecnologico europeo. In collaborazione con ASML e SAP, l’incontro ha riunito leader politici e industriali per discutere le strategie necessarie a preservare la leadership tecnologica europea.
L’appello di Ericsson e Nokia
Tra i partecipanti spiccano figure di rilievo come Henna Virkkunen, Vice Presidente Esecutivo della Commissione Europea per la Sovranità Tecnologica, Dariusz Standerski, Vice Ministro degli Affari Digitali della Polonia, e l’ex Primo Ministro italiano Enrico Letta. Nel dibattito sono stati centrali i report di Letta e Draghi, che sottolineano l’urgenza di ridurre la frammentazione, incentivare gli investimenti in ricerca e sviluppo e garantire la scalabilità delle tecnologie chiave.
Il summit ha messo in evidenza il crescente divario tecnologico tra Europa, Stati Uniti e Cina. Le “Magnifiche 7” aziende tecnologiche americane investono da sole il 50% dell’intera spesa europea in R&D, causando un gap di produttività del 20%. Per colmare questa distanza, i partecipanti al vertice hanno richiesto politiche europee che incentivino la connettività e la digitalizzazione, elementi essenziali per sostenere innovazione e difesa.
Un esempio positivo di leadership tecnologica europea è il settore della connettività, in cui l’Europa ha raggiunto un vantaggio competitivo. Tuttavia, i CEO di Ericsson e Nokia hanno avvertito che questo primato è a rischio senza un’azione politica coordinata e interventi strutturali.
Le dichiarazioni
Börje Ekholm, Presidente e CEO di Ericsson, ha dichiarato: “La convergenza di quattro leader tecnologici mette i decisori degli Stati Membri di fronte all’urgenza di intervenire sull’economia europea. Aziende come Ericsson investono già in misura sproporzionata in R&D in Europa. Se altre regioni continuano a correre più veloce, questo modello non può sopravvivere. Quelle regioni stanno cogliendo le opportunità disponibili con investimenti, politiche e sostegno normativo. L’Europa non lo fa. Eppure la soluzione è ben nota. L’UE deve attuare le raccomandazioni dei rapporti Draghi e Letta per consentire al settore tecnologico di fare la sua parte nel garantire la futura prosperità europea.”
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