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L’IA generativa trasforma il settore delle telecomunicazioni: il caso e&

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Fino a meno di due anni fa erano gli NFT. Lo scorso anno era il metaverso. Oggi questi concetti non ci sembrano più così tanto rivoluzionari, sebbene un nuovo trend sta permeando i nostri tempi, in tutti gli ambiti. Parliamo ovviamente dell’intelligenza artificiale (Ai), in particolare di quella generativa. L’AI generativa è una tecnologia che permette di creare contenuti originali a partire da dati esistenti, come testi, immagini o suoni. Una sfida che ha portato a una vera e propria corsa all’AI (un po’ come la corsa allo spazio della Guerra Fredda) con protagonisti colossi come Microsoft e Google. Società che investono ingenti risorse per sviluppare algoritmi sempre più sofisticati e potenti. Tra i settori che possono beneficiare di questa innovazione c’è quello delle telecomunicazioni, dove l’IA generativa può offrire nuove opportunità di interazione con i clienti e di generazione di ricavi. 

Un esempio è quello di e&, operatore mediorientale precedentemente noto come Etisalat, che si è distinto per essere stato uno dei primi a lanciare il 5G nel 2018, anticipando i concorrenti asiatici e nordamericani. A marzo 2021, e& ha annunciato l’integrazione di ChatGPT, il popolarissimo chatbot di OpenAi. Con l’integrazione e& punta a migliorare l’esperienza del cliente, a fidelizzarlo e a incrementare le vendite.

Quali sono i vantaggi dell’AI nel campo delle telecomunicazioni?

Secondo Kester Mann, direttore del settore consumatori e connettività di CCS Insight, l’IA generativa può ottimizzare il processo di assistenza ai clienti, rendendolo più rapido ed efficace. Mann ritiene che i clienti più giovani siano più propensi ad interagire con un operatore che integra l’AI.  Questo perchè le nuove generazioni “sono più aperti alle nuove tecnologie e meno legati alle forme di comunicazione tradizionali”. Si tratta quindi anche di una questione di marketing.

Nonostante ciò Mann è cosciente che il mercato tech, dominato dai colossi come i già citati Microsoft e Google, non possa ragionare in modo indipendente. Crede, quindi, che le società debbano adottare i modelli di linguaggio AI proposti dai sopra-citati giganti. Microsoft, che ha finanziato attivamente OpenAi e ChatGPT, ha lanciato con successo Bing Chat, mentre Google ha presentato il suo Google Bard. Entrambi basati su Ai generativa in grado di generare testo, codice e immagini a partire da un comando. Il tutto interagendo con l’utente in modo “umanoide”.

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I giganti della telecomunicazione potrebbero essere sviluppatori passivi

Sebbene, come sottolineato da Kester Mann, le società di telecomunicazioni non siano leader del settore Ai, queste possono comunque fungere da sviluppatori passivi. È bene comprendere che l’AI sfrutta un modello di apprendimento e machine learning che si basa sulle interazioni. Da ogni conversazione l’intelligenza artificiale apprende informazioni da inserire nel proprio data-base. Proprio come un bambino: migliora ogni giorno di più e giorno dopo giorno apprende più nozioni.

Volam Samrat, project manager di GlobalData Technology, ha affermato che gli operatori potrebbero effettivamente svolgere un ruolo significativo nello sviluppo dell’AI, grazie alle grandi quantità di dati sul comportamento dei consumatori e sulle prestazioni della rete, che potrebbero essere utilizzati per addestrare modelli di intelligenza artificiale con “previsioni, raccomandazioni e approfondimenti accurati e affidabili”.

Ai generativa: quali sono i rischi per gli operatori del settore telecomunicazioni?

Se è vero che in Medio Oriente un colosso come e& ha voluto adottare senza remore la tecnologia, in Europa c’è una maggiore attenzione ai rischi. Del resto, ricordiamolo, ChatGPT è ancora al centro di numerose polemiche per il trattamento dei dati personali. Il chatbot è stato per più di un mese inaccessibile dall’Italia dopo un blocco a seguito di preoccupazioni da parte del Garante per la Privacy.

Lo ha sottolineato anche Jose Maria Alvarez-Pallete, il capo di Telefonica e della GSMA, in un post sul suo blog. Alvarez-Pallete ha espresso la sua preoccupazione per i rischi che l’IA generativa può comportare per la vita e la società umana, se usata in modo irresponsabile (o addirittura in modo volutamente truffaldino). Ha anche sottolineato che molti sviluppatori di questa tecnologia non hanno i mezzi per fermarla quando diventa troppo autonoma e imprevedibile. Sembra fantascienza, eppure sono preoccupazioni reali.

Il suo intervento si aggiunge a quello di altri leader del mondo tecnologico, politico e regolatorio, che hanno chiesto una pausa nello sviluppo di modelli di AI sempre più potenti e sofisticati. Anche Mann ritiene che una regolamentazione ferrea sia indispensabile, anche se si dice preoccupato sulle conseguenze del dibattito stesso:

“Questo potrebbe portare a una spaccatura tra le persone e le organizzazioni che vogliono far progredire la tecnologia e quelle che preferiscono fare una pausa. Trovare un consenso potrebbe rivelarsi difficile”.

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