Il mercato dell’Agricoltura 4.0 in Italia è in calo, eppure sul lato della digitalizzazione è decisamente in crescita. Il valore complessivo del mercato si è attestato a 2,3 miliardi di euro, con una contrazione degli investimenti in macchinari e attrezzature agricole, che rappresentano rispettivamente il 29% e il 26,5% del totale.
Al contrario, si osserva una crescita nell’adozione di software gestionali, sistemi di supporto alle decisioni e tecnologie di mappatura per il monitoraggio di suoli e colture, che hanno raggiunto complessivamente una quota del 9,5% del mercato.
Agricoltura 4.0: il mercato rallenta ma cresce la digitalizzazione
I dati sono stati raccolti da Osservatori.net Digital Innovation, per la precisione dall’Osservatorio Smart AgriFood del Politecnico di Milano e del Laboratorio RISE – Research & Innovation for Smart Enterprises – dell’Università degli Studi di Brescia.
La riduzione degli incentivi
Le principali cause del calo degli investimenti sono legate alla flessione dei redditi agricoli, alla diminuzione delle agevolazioni pubbliche e agli investimenti già effettuati negli anni precedenti. Secondo l’Osservatorio Smart AgriFood, l’84% delle aziende agricole che hanno adottato soluzioni digitali ha già usufruito di incentivi, e l’81% dei fornitori tecnologici considera tali agevolazioni un fattore determinante per lo sviluppo del settore.
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Nonostante la riduzione della spesa complessiva, la superficie coltivata con tecnologie digitali è rimasta pressoché stabile, passando dal 9% nel 2023 al 9,5% nel 2024. L’adozione di soluzioni avanzate è cresciuta principalmente tra le aziende già digitalizzate, mentre i nuovi ingressi nel settore sono stati più contenuti.
La digitalizzazione dell’agricoltura italiana
Attualmente, il 41% delle aziende agricole utilizza almeno una tecnologia di Agricoltura 4.0, mentre il 29% ne impiega due o più. Il grado di digitalizzazione aumenta nelle imprese di dimensioni maggiori e in quelle appartenenti a cooperative e consorzi, con una percentuale di utilizzo che sale al 55% nelle organizzazioni di produttori.
L’interesse per l’innovazione digitale è motivato dalla necessità di migliorare la capacità previsionale, ottimizzare la gestione aziendale, pianificare le attività con maggiore efficienza e ottenere una visione più chiara delle operazioni agricole. Tuttavia, solo l’8% delle aziende agricole può essere considerato digitalmente maturo, mentre il 35% è in fase di transizione e il 57% è ancora in ritardo, con il 90% di queste ultime completamente ferme nell’adozione di soluzioni smart.
Le sfide a questa rivoluzione tecnologica
Il processo di trasformazione digitale incontra diverse difficoltà, tra cui la scarsa interoperabilità tra le tecnologie, la carenza di competenze specializzate e una diffusa resistenza al cambiamento. Secondo gli operatori del settore, i tre principali fattori che potrebbero accelerare la diffusione del digitale nell’agricoltura sono nuovi incentivi pubblici, una maggiore consapevolezza dei benefici e una più stretta collaborazione tra gli attori della filiera.
Il ruolo dell’AI
Nonostante la contrazione degli investimenti, il settore ha visto la nascita di nuove startup, con un incremento del 7% nel numero di realtà innovative. L’interesse si è spostato su tecnologie emergenti come l’Intelligenza Artificiale e il Machine Learning, utilizzati per migliorare la gestione delle risorse agricole e la protezione delle colture.
Circa un terzo delle nuove soluzioni presentate nel 2024 si basa su queste tecnologie, con applicazioni che spaziano dalla gestione del rischio alla modernizzazione dei pagamenti. Un settore emergente è quello dell’Agri-Fintech, che rappresenta il 3% delle nuove startup e si concentra sulla creazione di marketplace digitali, sulla gestione assicurativa e sul miglioramento dell’accesso ai finanziamenti per gli agricoltori.
Carbon farming e prospettive future
Un altro ambito di sviluppo è il Carbon Farming, secondo i dati provenienti da Osservatori.net, che punta a valorizzare la capacità dell’agricoltura di assorbire CO₂ attraverso pratiche sostenibili. Attualmente, il 39% dei progetti di carbon farming si trova in Nord America, il 33% in Asia e il 18% in Europa, con startup che sviluppano soluzioni per monitorare e certificare il carbonio stoccato nei suoli. Tra le tecnologie più utilizzate figurano i big data, i sistemi di mappatura satellitare e le soluzioni AI per l’analisi del suolo.
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